"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

sabato 16 marzo 2013

"GIOVANNIN SENZA PAURA"

Immagine da Google
il mio primo vero thriller.
 ... quanti ricordi!!!!
Ancora una volta il mio surfing quotidiano è stato premiato. Per me è sempre una grande emozione ricevere un regalo, ma quelli della rete, imprevedibili e inaspettati, mi rendono immensamente felice.
E sì, mi sono imbattuta nel mio primo thriller, pensate, non sapevo ancora leggere.  Una storia che ora posso dire sembra uscire dalla fantasia dell' Edgard Allan Poe dei suoi famosissimi racconti, che ho divorato nella mia adolescenza.
L'avevo rimossa e avevo rimosso anche quei bei momenti passati ad ascoltarla nelle sere d'inverno, di un dopoguerra miserabile ma pieno di speranza.
E' un'antica fiaba della  tradizione popolare, io l' ascoltavo con grande attenzione, ma anche con i brividi della paura che mi facevano rifugiare nel caldo e rassicurante abbraccio di mia madre o stretta in un abbraccio a tre con le mie sorelle.
"Giovanin senza paura" ritrovato nella rete ha rinnovato in me l'emozione che mi pervadeva quando la sentivo dalla voce di mio padre. La raccontava, anzi la recitava, alternando ingenue e un po' censurabili imprecazioni con pause che aumentavano sempre più il pathos della narrazione rendendo la storia più ricca di particolari terrificanti di quanto non lo lo fosse effettivamente.Questo accadeva prima che  Italo Calvino curasse la raccolta di "Fiabe Italiane".
Mi trovo d'accordo con quanto l'illustre scrittore  di questa fiaba  scrive nell'introduzione del suo lavoro. Condivido quello che dice, nelle sue parole ritrovo le motivazioni di quella emozione che mi prendeva a quei tempi. L'ho trovato qui  e vi assicuro è un sito molto interessante merita una lettura.
Immagine da Google l'ho trovata qui
 Italo Calvino dice che Giovannin senza paura è "perpetuato attraverso una tradizione più umile e familiare, con caratteristiche che si possono sintetizzare nelle seguenti: tema pauroso e truculento, particolari scatologici o corpo laici, versi intercalati alla prosa con tendenza alla filastrocca. Caratteristiche in gran parte opposte a quel che sono oggi i requisiti della letteratura infantile… La morale della fiaba è sempre implicita, nella vittoria delle semplici virtù dei personaggi buoni e nel castigo delle altrettanto semplici e assolute perversità dei malvagi; quasi mai vi s’insiste in forma sentenziosa o pedagogica. E forse la funzione morale che il raccontar fiabe ha nell’intendimento popolare, va cercata non nella direzione dei contenuti ma nell'istituzione stessa della fiaba, nel fatto di raccontarle e d’udirle”(Calvino, Fiabe italiane, volume I, Oscar Mondadori, Milano, 2011, Introduzione XLVI).
E' la storia di Giovannino, un ragazzotto, un adolescente avventuroso, che girava il mondo  in cerca di fortuna.
Da quando si era allontanato dalla sua povera famiglia si era imbattuto in tante avventure, tutte affrontato con tanto coraggio e sempre sicuro di sé. Così si godeva la sua spensierata libertà senza paura di nulla.
Ma arrivò il giorno della sua ultima avventura.
...  eccola narrata da  Fiabelica:

 

... e Calvino scrive così:
"C'era una volta un ragazzetto chiamato Giovannin senza paura, perché non aveva paura di niente. Girava per il mondo e capitò in una locanda a chiedere alloggio. - Qui posto non ce n'è, - disse il padrone, - ma se non hai paura ti mando in un palazzo.- Perché dovrei aver paura?-Perché ci si sente, e nessuno ne è potuto uscire altro che morto. La mattina ci va la Compagnia con la bara a prendere chi ha avuto il coraggio di passarci la notte.Figuratevi Giovannino! Si portò un lume, una bottiglia e una salsiccia, e andò.A mezzanotte mangiava seduto a tavola, quando dalla cappa del camino sentí una voce: - Butto?E Giovannino rispose: - E butta!Dal camino cascò giú una gamba d'uomo. Giovannino bevve un bicchier di vino.Poi la voce disse ancora: - Butto?E Giovannino: - E butta! - e venne giú un'altra gamba. Giovannino addentò la salciccia.- Butto?- butta! - e viene giú un braccio. Giovannino si mise a fischiettare.- Butto?- E butta! - un altro braccio.- Butto?- Butta!E cascò un busto che si riappiccicò alle gambe e alle braccia, e restò un uomo in piedi senza testa.- Butto? (a questo punto nel racconto del mio papà, c'era una frase che a quel tempo era diventata il nostro slogan, un tormentone. Lo gridava, col tono di sfida, di chi stava per perdere la pazienza, proprio come Giovanin:"Buttati pure tu e falla finita!!!" e qui risuonava la nostra eccitatissima risata che sottolineava il climax della vicenda)
- Butta!
Cascò la testa e saltò in cima al busto. Era un omone gigantesco, e Giovannino alzò il bicchiere e disse: - Alla salute!
L'omone disse: - Piglia il lume e vieni.
Gíovannino prese il lume ma non si mosse. - Passa avanti! - disse l'uomo.
Passa tu, - disse Giovannino.
Tu! - disse l'uomo.
Tu! - disse Giovannino.
Allora l'uomo passò lui e una stanza dopo l'altra traversò il palazzo, con Giovannino dietro che faceva lume. In un sottoscala c'era una porticina.
Apri! - disse l'uomo a Giovannino. E Giovannino: - Apri tu!
E l'uomo aperse con una spallata.
C'era una scaletta a chiocciola
- Scendi, - disse l'uomo.
- Scendi prima tu, - disse Giovannino.
Scesero in un sotterraneo, e l'uomo indicò una lastra in terra. - Alzala!
-Alzala tu! - disse Giovannino, e l'uomo la sollevò come fosse stata una pietruzza.
Sotto c'erano tre marmitte d'oro. - Portale su! - disse l'uomo. - Portale su tu! - disse Giovannino. E l'uomo se le portò su una per volta.
Quando furono di nuovo nella sala del camino, l'uomo disse: - Giovannino, l'incanto è rotto! - Gli si staccò una gamba e scaldò via, su per il carnino. - Di queste marmitte una è per te, - e gli si staccò un braccio e s'arrampicò per il camino. - Un'altra è per la Compagnia che ti verrà a prendere credendoti morto, - e gli si staccò anche l'altro braccio e inseguí il primo. - La terza è per il primo povero che passa, - gli si staccò l'altra gamba e rimase seduto per terra. - Il palazzo tientelo pure tu, - e gli si staccò il busto e rimase solo la testa posata in terra. - Perché dei padroni di questo palazzo, è perduta per sempre ormai la stirpe, - e la testa si sollevò e salí per la cappa del camino.
Appena schiarí il cielo, si sentí un canto: Miserere meí, miserere meí, ed era la Compagnia con la bara che veniva a prendere Giovannino morto. E lo vedono alla finestra che fumava la pipa.
Giovannin senza paura con quelle monete d'oro fu ricco e abitò felice nel palazzo. Finché un giorno non gli successe che, voltandosi, vide la sua ombra e se ne spaventò tanto che morí."
Il finale è alla E. A. Poe, o anche alla Alfred Hitchcock, vero? Con l'ironica morale e la beffa del destino sempre in agguato, che alla fine si svela, ma non c'è più nulla da fare.
Quella che raccontavano a me aveva un lieto fine. Forse perchè chi me la raccontava sapeva che il lieto fine accresce  la fiducia nella vita di chi ascolta. Oppure soltanto perchè a lui piacevano le storie che si concludevano col sorriso sui nostri visi. Quei visi che avevano cambiato espressione ad ogni pausa e ad ogni "butta" di Giovannin e nei cui occhi aveva sempre brillato la luce della speranza, malgrado tutto.
Lui concludeva sempre così: "Giovannino incontrò una bellissima ragazza, la sposò, ebbero dei bei figli e vissero felici e contenti per tantissimi anni.
Morale della favola: il coraggio dei buoni e degli onesti, viene sempre premiato anche se si devono superare dure e difficilissime prove che ci sottopone la vita con le sue malvagità .




11 commenti:

  1. Ma questa storia è strepitosa, chèrie!
    Che forte Giovannin :-)
    Baci, my friend*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, Alex
      sì, considerando che l'avevo del tutto rimossa puoi immaginare come l'ho accolta, e quanti ricordi ha portato con sé. Il file era rimasto quasi vuoto, c'era solo una frase spavalda, di chi è senza paura o lo vuole far intendere: "Buttati pure te e falla finita!". Questa non l'ho mai dimenticata, la uso ancora quando mi sento sfidata.
      Raccolto il bacio, e per te ho un abbraccio con la Buona Notte!<3

      Elimina
  2. Risposte
    1. Saluto gradito molto, lo ricambio insieme ad sorriso e un abbraccio :-)
      Good night and sleep tight, my dear Ale monella! ;-)

      Elimina
  3. Nice to see you here at my REVERIES, my dear. :-)
    I'll pass to you, but I can't reach your blog. I'm sorry, I can get only to your profile. :-(
    Thanks, I'll pass when it is possible :-)
    A great week to you too!

    RispondiElimina
  4. You always write such interesting posts, dearest!
    Wish a great week
    A big kiss

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Very glad that you like them, thanks :-)
      Great week to you too, with less stress and more relax, my dear!
      Hugs and smiles

      Elimina
  5. Sì, in effetti il finale originale è sorprendente, anche perché del tutto inaspettato e di dubbia morale... Che vuol dire infatti? Forse che chi è troppo sicuro di sé e crede di non temere nulla alla fine paga la propria troppa sicurezza non essendo preparato alle brutte sorprese? Chissà...
    Comunque molte fiebe popolari finiscono non troppo bene, eh... ;-)

    www.wolfghost.com

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il finale della fiaba originile anche secondo me è inaspettato, perciò è di effetto. Ha una una morale di effetto che sorprende e ci fa riflettere, sì ma ci apre a molte considerazioni.
      Le fiabe della nostra tradizione sono nate non per essere raccontate ai bambini, nel mio caso io bambina l'ascoltavo con altri bambini e alcuni grandi, chi raccontava aveva il dovere di fornire una morale facile e rilassante per non turbarci.
      In origine erano lo svago per la corte interpretato dai giullari. Avevano molto spesso una morale politica e sociale. Erano allusioni a fatti realmente accaduti che tutti coglievano al volo e tutta la corte si divertiva all'epilogo delle storie, normalmente una beffe che dileggiava i protagonisti e faceva sghignazzare gli spettatori.
      A noi normalmente ci viene solo un sorriso alla Hitchcock! :-D
      Un saluto e tanti sorrisi per tutti!

      Elimina
    2. Pero' questa... ? :-) Secondo te qual era la morale? La mia interpretazione l'ho messa... ;-)

      Elimina
    3. La morale secondo me è la tua, solo che al narratore, giullare, veniva data la possibilità di adattarla con le circostanze e gli avvenimenti del momento prendendosi la rivincita sul prepotente del momento che era preso di mira.
      Un finale così: "Stateve accuorte" con il seguito per esempio, di "a mala sorte sta sempre nascosta pe tuttequande!"
      Tanti sorrisi

      Elimina

Ciao, grazie per essere arrivati qui tra le mie "Reveries".
La mia curiosità di conoscervi è grande, se vi va, lasciate qui un commento.
... e se non avete un blog, postate come anonimo, ma lasciate il vostro nome, mi piace vedervi come persone