"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

giovedì 27 marzo 2014

" Che vita avrà mio figlio? ”

Risposta rassicurante allo sconforto e alla desolazione di una mamma che ha scoperto che il suo piccolo che porta ancora in grembo è un  portatore della sindrome di Down.
Molto preoccupata per il futuro di suo figlio ha scritto una lettera alla CoorDown Onlus.
Dice: “Aspetto un bambino. Ho scoperto che ha la sindrome di Down. Ho paura. Che vita avrà mio figlio?”

Il 21 marzo 2014, Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, ormai è passato. So che non basta la riflessione in un solo giorno dell'anno, perchè la disperazione dovuta al pregiudizio razzista  colpisce sempre. Le parole di questi bimbi e le immagini di questo video (risposta alla lettera) sono un passo decisivo per chi ha nutrito ostilità o ha ignorato finora la realtà di questo aspetto della vita umana.
Non è solo uno spot ma il ricordo che ci deve accompagnare come insegnamento d ivita da uomo perchè
"TUTTI HANNO DIRITTO AD ESSERE FELICI"



Traduzione in italiano delle risposte dei ragazzi Down.

Cara futura mamma,
non avere paura.
Tuo figlio,
sarà capace di fare un sacco di cose.
Potrà abbracciarti.
Potrà correre fino a te.
Potrà parlare e dirti che ti vuole bene.
Potrà andare a scuola,
come tutti.
Potrà imparare a scrivere.
Potrà scriverti, se un giorno sarà lontano.
Perché in effetti, potrà anche viaggiare.
Potrà aiutare suo padre a riparare la bicicletta.
Potrà lavorare e guadagnare il suo denaro.
E con quel denaro potrà invitarti fuori a cena,
o affittare un appartamento e andare a vivere da solo.
A volte sarà difficile.
Molto difficile.
Quasi impossibile.
Ma non è così per tutte le madri?
Cara futura mamma,
tuo figlio potrà essere felice,
come lo sono io.
E sarai felice anche tu.
Vero mamma?
Vero mamma?

martedì 18 marzo 2014

FATHER AND SON





Cari papà,...forse non ci avete mai pensato, ma...
ma ci sono tante piccole attenzioni che noi grandi rivolgiamo ai nostri cuccioli, magari li consideriamo gesti banali e scontati, però sono il cardine su cui ruota la loro vita.
Anche noi ormai diventati grandi, qualche volta ci  siamo sorpresi a dire: "Questo me lo ha insegnato il mio papà", lo abbiamo detto quasi certamente con tanto rimpianto e nostalgia per le manifestazioni di affetto ricevute allora. Certamente non sono state dimenticate ma sicuramente tutti noi sentiamo ancora molto forte il bisogno di quelle "coccole".
Non ho voglia di ripetere quanto ho già detto in un altro post dedicato a quella figura che è sempre impressa nel nostro cuore. Mi devo fermare: rischio di essere patetica, se proprio lo vorreste leggere è qui.
Vi racconto solo quello che mi ha detto poco tempo fa mia figlia.
S. ormai adulta, ma sempre molto affettuosa e piena di premure per il suo papà (anche per la mamma, a dire il vero), nell'allacciarsi le scarpe ha detto: "Vedi, questo me lo ha insegnato papà, tu non eri capace,  come le annodi tu, io non ci riuscivo, lui sapeva farlo meglio, lui sì che mi capiva e mi capisce!"
Sono tornata indietro nel tempo. L'ho rivista piccina, con le scarpette rosa coi lacci come quelle dei "grandi", con suo padre che le insegnava delle manovre per lei molto importanti che sua madre non era capace di insegnarle. Mio marito, lì chino su di lei tutto complice e sorridente, giusto per coinvolgermi scherzosamente,  le aveva detto: "Sì, le mamme, si danno un sacco di arie, ma non capiscono niente!"
Lei aveva aggiunto: "Sono i papà che sanno fare bene le cose!

....e del mio papà cosa posso dire?

Lui sì che sapeva come si legge l'ora!
Avevo appena imparato i numeri, gli stavo intorno e come al solito mi interessavo del suo inseparabile orologio. Una "cipolla da tasca" comprata quasi un secolo fa, col suo primo stipendio,  e da cui non si era mai separato, (e non lo fece mai, fino al giorno in cui dovette separarsi da tutte le cose di questo mondo).
Non mi rispose esprimendosi vagamente e un pochino infastidito come faceva di solito. Forse aveva capito che era arrivato il momento giusto, o anche per accontentarmi finalmente. Con un tono di voce solenne, ma particolarmente dolce che ancora ricordo, con molta calma e chiarezza,  cominciò a spiegarmi il funzionamento del magico strumento.
Ed io questo momento non l'ho mai dimenticato!

Cari papà, mia madre non lo sapeva fare, era sempre molto nervosa per gli innumerevoli compiti e doveri materni a cui badare, d'altro canto,come tutte le mamme e le mogli. Ma voi non perdete questi momenti memorabili, sono tali per loro, vostri cuccioli, ma sono preziosi e impagabili anche per voi!!!

...... e del vostro papà cosa potete dire?


La cipolla come quella del mio papà
 (questa è di http://www.arsantik.com.).

La sua, un' Omega, ha una catena di acciaio.

La custodisco ancora io ed è

 perfettamente funzionante !!





le vendono ancora!!







FATHER AND SON

Father 
It's not time to make a change, 
Just relax, take it easy. 
You're still young, that's your fault, 
There's so much you have to know. 
Find a girl, settle down, 
If you want you can marry. 
Look at me, I am old, but I'm happy. 

I was once like you are now, and I know that it's not easy, 
To be calm when you've found something going on. 
But take your time, think a lot, 
Why, think of everything you've got. 
For you will still be here tomorrow, but your dreams may not. 

Son 
How can I try to explain, when I do he turns away again. 
It's always been the same, same old story.
From the moment I could talk I was ordered to listen. 
Now there's a way and I know that I have to go away. 
I know I have to go. 

Father 
It's not time to make a change, 
Just sit down, take it slowly. 
You're still young, that's your fault, 
There's so much you have to go through. 
Find a girl, settle down, 
if you want you can marry. 
Look at me, I am old, but I'm happy. 

Son 
All the times that I cried, keeping all the things I knew inside, 
It's hard, but it's harder to ignore it. 
If they were right, I'd agree, but it's them you know not me. 
Now there's a way and I know that I have to go away. 
I know I have to go.


PADRE E FIGLIO
TRADUZIONE
di Cle Reveries

Padre 
Non è il momento di fare cambiamenti,
Rilassati, prenditela tranquillamente. 
Sei ancora giovane, questa è la tua colpa, 
C'è ancora tantissimo che devi sapere, 
Trova una ragazza, metti su casa, 
Se vuoi puoi sposarti. 
Guarda me, sono vecchio, ma sono felice 

Un tempo ero come  sei ora tu, e so che non è facile, 
Stare calmi quando si trova qualcosa da fare
Ma prendi tempo, pensaci molto 
Perchè? pensa a tutto quel che hai avuto. 
Per te sarà ancora qui il tuo domani, ma forse non i tuoi sogni 

Figlio 
Come posso provare a spiegarglielo?
Quando lo faccio lui se ne va di nuovo da un'altra parte 
Ed è sempre stato così. 
La stessa vecchia storia 
Dal momento in cui ho cominciato a parlare mi è stato ordinato di ascoltare
Ora che c'è una opportunità, io so che devo andarmene 
Io so che devo andare 

Padre 
Non è il momento di fare cambiamenti,
Solo sietidi, prenditela con calma
Sei ancora giovane, è questo il tuo problema 
C'è così tanto su cui devi riflettere 
Trova una ragazza, metti su casa,
Se vuoi puoi sposarti 
Guarda me, sono vecchio, ma sono felice 

Figlio
Tutte le volte che ho pianto, tenendomi dentro tutto quello che sapevo
Ed è duro, ma è più duro ignorarlo
Se fosse stato giusto, io sarei stato d'accordo, ma tu lo sai non lo era per me.  
Ora che c'è una opportunità, io so che devo andarmene 
Io so che devo andare. 



martedì 11 marzo 2014

Marzo

... ormai ne abbiamo sentite e lette tante su questo mese che fa pensare alla noia invernale e alla allegra profumata bellezza primaverile.
Io vi propongo questa rarità, una poesia del 1892 di Salvatore Di Giacomo.

Sono meteoropatica e questo tempo così pazzo non mi aiuta molto a scacciare malinconia e tristezza, così mi sono affidata alla terapia del surfing. So che funziona sempre, anche questa volta ha funzionato.
Mi sono sentita inondare da tanti ricordi belli ma così lontani nel tempo, evocatori di fatti e persone che ormai non ci sono più da moltissimi anni.
Il frastuono di un violento temporale a cui era seguita una pioggia sempre più incalzante che improvvisamente diveniva calma e tranquillizzante, mi hanno fatto venire in mente i versi che da bambina quando c'era un acquazzone recitava la mia "nonna Peppenella", una signora napoletana che consideravo mia nonna, mi ha insegnato la "lingua napoletana" e a parlarla correttamente come prima lingua. Passavo molto tempo con lei, era molto affettuosa e colta e da lei ho appreso tantissimo.
Ho digitato quei versi venuti da così lontano.
Così, "Marzo: nu poco chiove e n’atu ppoco stracqua…", i versi che sapevo fossero di un classico napoletano d'autore erano lì, e ho trovato....anzi ho scoperto, l'esistenza di una canzone d'amore,"Catarì", un pezzo storico del musicista Pasquale Mario Costa del1892 con le parole che sono i bei versi del poeta Salvatore Di Giacomo, "Marzo". 
E sono stati tradotti nientemeno che da.... Pier Paolo Pasolini.




CATARI’

di M Costa - S. Di Giacomo

Marzo: nu poco chiove
e n’atu ppoco stracqua…
Torna a chiovere, schiove…
ride ‘o sole cu ll’acqua.

Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera…
Mo, do vierno, ‘e ttempeste,
mo, n’aria ‘e primmavera…

N’auciello freddigliuso,
aspetta ch’esce ‘o sole…
‘Ncoppo tturreno ‘nfuso,
suspirano ‘e vviole…

Catarí’, che vuó’ cchiù?
‘Ntiénneme core mio:
Marzo, tu ‘o ssaje, si’ tu…
e st’auciello, song io



Marzo

traduzione di Pier Paolo Pasolini

“Marzo: un po’ piove 
e dopo un po’ cessa di piovere: 
torna a piovere, spiove,
ride il sole con l’acqua.

Ora un cielo celeste,
ora un’aria cupa e nera: 
ora le tempeste dell’inverno,
ora un’aria di primavera.

Un uccello freddoloso
attende che esca il sole: 
sopra il terreno bagnato 
sospirano le viole…

Caterina!…Che vuoi di più? 
Cerca di capirmi, cuore mio!
Marzo, lo sai, sei tu, 
e quest’uccello sono io”.

martedì 4 marzo 2014

... dopo due anni sei ancora con noi... ci fai da guida, ci dai emozioni... come sempre

COME LA PRIMA VOLTA CHE L' HO INCONTRATO

LA MORTE E' SOLO LA FINE DEL PRIMO ATTO DELLA VITA”
Così ha considerato la vita,
e questo lo ha insegnato anche a me.

In un periodo di sfrenate contestazioni di stupidi modelli involuti e stantii, prendendomi per mano come fa un fratello maggiore, lui  mi ha suggerito il modo di vedere la vita così, come l'aveva sempre vista, con gli occhi e il buonsenso umano, senza pregiudizi e bigottismi, dogmi e misteri.
Ha insegnato ad una intera generazione ad assaporare la bellezza per poi continuare a viverla senza vergognarsene, proprio perchè esiste una morale positiva in tutto quello che ci è stato messo a disposizione.
…e so con certezza che ha tenuto per mano anche i miei giovani, per questo gli sarò sempre grata.




Lucio Dalla, il fratello maggiore di tutti noi. Quando ero ancora inesperta e molto vulnerabile, l'ho incontrato così, con questa canzone, "4 Marzo 1943", il suo aspetto naif, una voce particolarmente penetrante e un nuovo modo di cantare fatti e persone da menestrello. 
L'ho ascoltato ed ho accolto subito il suo invito alla riflessione sui problemi sociali del mio tempo.
Non era giusto, infatti, considerare frutto del peccato il bimbo nato da un incontro di due persone non sposate. Non era da considerare come un tabù o qualcosa di molto imbarazzante da dover essere accettato come un peccato mortale, l' incontro tra un soldato americano e una brava ragazza italiana in una realtà come quella della nostra seconda guerra mondiale.
La narrazione di una realtà pura e semplice senza malizie e pregiudizi, sembrava squarciare i veli di una educazione amorevole ma falsa. Non era una canzone che attestava con ironia e un pizzico di malizia con allusione indiretta ai pregiudizi dei contemporanei, come era avvenuto con la "Tamburriata" di grande e innegabile valore, ma sempre pura narrazione in un'ottica stereotipata.
Subito, al suo primo ascolto, ho notato qualcosa di più significativo: un ribadire che tutti i cuccioli d'uomo sono "Gesùbambino", non disgrazie o figli del peccato.
Così, prendendo per mano tutti gli uomini di buona volontà, al suono di una perfetta musica, come un onesto "pifferaio Magico", ci ha fatto comprendere che tutti i bambini sono attesi con amore dalla propria mamma, e che ogni mamma è grande proprio per questo.
Cantando senza ipocrisia o falso moralismo ci ha raccontato di questa ragazzina che aveva conosciuto il segreto della vita per eccellenza (quella con la V maiuscola intendiamoci), nella sua bellezza e nell'incanto in attimi dolcissimi, come ricordo di tanta emozione e come dono graditissimo, aveva avuto un "Bambinello" che le aveva motivato la sua esistenza.
Lo aveva atteso nel disagio più squallido (una taverna) e "l'unico vestito che aveva addosso" le segnava il tempo della gestazione divenendo "sempre più corto".
Ed ancora, lo aveva tirato su con il suo amore, l'affetto e la comprensione di una collettività semplice e solidale come i pastori che accolsero il Figlio di Dio.
Non so se sia facile comprendere cosa sia stata questa narrazione per me ancora adolescente, educata alla conoscenza dei valori dell' esistenza umana da persone impreparate, o spaventate, ma soprattutto in una scuola ancora molto lontana dal capire cosa significhi educare i giovani alla vita .
Era ancora la scuola fascista del "credere e obbedire"!

...e non so se possa bastare il mio semplice 
GRAZIE 
detto con tutta la riconoscenza che ti devo, mio caro fratello maggiore,
ma tu mi hai insegnato che la semplicità è la via più diretta che va al cuore!!!