"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

giovedì 21 marzo 2013

UNA FILASTROCCA

immagine da Google-mamma.pourfemme.it 
Le troviamo in tutte le lingue e i linguaggi, ma cosa sono le filastrocche?
Sono detti popolari in versi, canzoncine con un senso logico o  anche senza logica che in passato venivano imparate a memoria e recitate da grandi e piccini. Rappresentazioni di scenette di vita povera, di quotidianità semplice e genuina in cui la fede si scontra con la miseria. Una risata sonora o un'espressione sguaiata, sempre valida per l'epilogo di uno scherzo, era la consueta conclusione. 
In un passato recente sono state molto presenti nei giochi dei bambini. Risuonavano per le strade o ai giardinetti. Erano usate nelle conte per l' assegnazione dei ruoli o delle penitenze nelle attività all'aperto. Questa filastrocca la conosco in molte versioni, ma in siciliano mi è sembrata più allegra. 
Rosa Balistreri ne ha messe insieme tre. Sono quadretti di vita   inimmaginabili per noi. Chi le cantava in origine si rivolgeva ai bambini e intonando questi canti dal ritmo monotono, incalzante e sonnolento coglieva l'occasione per dar sfogo alla sua rabbia per motivi famigliari o politici. Erano imparate a memoria e cantate nei vicoli, nelle "gnostre" o chiostri, oppure nelle corti. I protagonisti erano normalmente animali umanizzati e, come nelle fiabe, su di loro si scatenava tutta l'ironia liberatoria del ceto basso. Successivamente, hanno perso la funzione primitiva di divulgazione. A noi le parole dell'ultima sembrano messe a caso perchè col tempo è svanita l'allusione politica o sociale ed è rimasto un testo senza senso o addirittura crudele. Ma noi le cantavamo nella conta e nessuno rifletteva su quello che si diceva. 
Forse molti la capiranno, ma per i pochissimi che proprio non ci riescono e per gli amici di lingua straniera che mi seguono, l'ho tradotta.
Vedete un po'  anche voi se ne ricordate almeno una, per me è il ricordo di una colonna sonora di un'infanzia passata all'aria aperta!


Testo della filastrocca cantata nel video

Piove, piove, piove,

It rains, rains, rains,
La gatta fa le prove.

The cat is rehearsing

Il topo con la coppola di seta si sposa,
The mouse with a  silk  cap is getting marry,
Esce la cognata con la veste ricamata,
His sister in law with her embroidered robe is coming out ,
Il Signore esce e fa spuntare il sole!

God comes out and lets the sun appear!
Esci, esci sole per il Santo Salvatore

Oh sun,come, come out  for the Holy Savior sake
E con un pugno di nocelle fai felice i bambini,

And with a handful of hazelnuts make happy the children,
Con un pugno di soldi  fai felice le persone,

With a handful of coins make people happy,
E con un pugno di "fumere"
And with a handful of "fumere" 
Fa felice le cameriere!

Make happy the housemaid!

Nuvolette piovete, piovete (little clouds rain, rain, please),
Oh little clouds rain , rain  please,
Perchè la terra è morta di sete,
Because the earth is dying of thirst,
E se non ci mandate l'acqua , siamo persi e distrutti.
And if you do not send us the water, we are lost and destroyed.
L'acqua del cielo sazia la terra la riempie di pietà

The water from the sky glut the ground  filling it with compassion
Le nostre lacrime cadono per terra
Our tears fall to the ground
E Dio ci fa la carità!

And God is kind with us!

Mani, maninuzze che sta venendo papà,

Hands! Oh, pretty little hands, dad is coming,
Porta cose, e se ne va 
He takes good things, and then leaves,
Porta mandorle e nocelle per rallegrare i piccini

He takes almonds and hazelnuts to cheer children up
Porta mandorle e fagioli
He takes almonds and beans
Per le mamme ed i figlioli.

For mothers and children.

Domani è domenica tagliamo la testa a Menica.

Tomorrow is Sunday let's cut the head to Menica.
Menica non c'è,
Menica isn't here,
Tagliamo la testa al re.

Let's cut the head of the king.
Il re è malato,
The king is sick,
Tagliamo la testa al soldato.
Let's cut the head to the soldier.
Il soldato è alla guerra:
The soldier is at war:
Ci sediamo col (our) culo per terra!
Let's sit with our ass down!




16 commenti:

  1. I wish there were no language barriers, but I enjoyed the tune to the song even without understanding the words! Have a great weekend!

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  2. I'm very sorry you could not understand the words of the nursery rhyme :-(
    I'll tried to help you making it just a bit easily understood by English speaking friends.:-)
    (Google translator is sometimes horrible!) :-D
    Try now,please. I hope you'll enjoy the whoole, music and words!
    Thanks and a great weekend to you too, my dear! :-D

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  3. Grazie, ^---^
    Anche queste opere fanno parte del nostro patrimonio culturale di cui noi italiani dovremmo essere più orgogliosi. Ce ne sono tante, e sono tutte molto belle.
    Bacione ricambiato con un sorrisone! ^_________^

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  4. Bé, io conoscevo una versione (anzi più di una) dell'inizio:

    Piove, piove,
    la gallina fa' le ove,
    fa' le ove di cioccolata,
    la gallina l'è mezza matta!

    :-D

    La canticchiava mi madre, ma ne ho scoperte numerose versioni a seconda della regione in cui ci si trova ;-)

    Quello che spesso mi sorprendeva di queste filastrocche e nenie era che... perbacco, sono quasi tutte tristi e funeree, eh! Alcune davvero ermetiche... Chi non ricorda quella delle tre civette e della figlia del dottore (che se la faceva con le civette, tra l'altro! :-D)? ... il povero dottore si è poi ammalato... :-(
    E quella del "tutti giù per terra"? Certo, ideata in tempo di guerra è già più comprensibile...

    In generale comunque anche le nenie per conciliare il sonno sono sempre state terribili:

    Ninna nanna, ninna oh
    Questo bimbo a chi lo do?
    Se lo do alla befana
    Se lo tiene una settimana
    Se lo do all'uomo nero
    Se lo tiene un anno intero

    :-o

    Se ci pensiamo... sono tutte degno di un film dell'orrore... e in effetti su qualcuna il film dell'orrore l'hanno fatto veramanete (ricordo "Bogeyman" ad esempio, proprio una riproposizione in chiave horror dell'uomo nero. O un altro sulla fata dentina...

    Ma davvero ci addormentavamo con cose del genere? :-D

    www.wolfghost.com

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    1. Devo dire grazie a "Ambradam cicì cocò" per avermi dato una mano ad insegnare a comunicare al mio nipotino e ai miei tre figli di pochissimi mesi interagiragendo con sequenze di linguaggio che esprimono solo amore e toni di voce, a dare il senso dei ruoli nella comunicazione con interventi essenziali in una conversazione che per gli adulti è senza senso . Il loro semplicissimo "cocò" li metteva in attesa di tutta la sequenza fino al momento della battuta che dovevano dire. Questo lo ricordano ancora con gioia!
      Potevo aspettarmi che mi dicessero: "Quanto eri scema!", ma loro lo ricordano e lo dicono con gli occhi lucidi. :')
      Se guardiamo il passato con gli occhi dell'adulto non possiamo cogliere il senso di questi versi sciocchi o nonsense. "Tagliamo la testa a Menica" sembra orribile adesso, ma quando c'erano le esecuzioni capitali nella piazza principale, il popolo si divertiva. I bambini non sapevano chi fosse Menica, ma i grandi avevano tanto rancore per le umiliazioni e le prepotenze che subivano dalle varie "Meniche" e da un Re che non amavano, ma subivano.
      Grazie Francesco, è bello avere un amico con cui riflettere su questo nostro patrimonio così sottovalutato! :-D
      Un abbraccio

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    2. E sì... in passato era facile perdere la testa... opssss! :-D

      Comunque noi dicevamo "Ambarabà", non "Ambradam"... :-| :-D

      www.wolfghost.com

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    3. Scusami, anch'io dico "Ambarabà", non so come mai lo abbia scritto così. :-(
      Grazie per avermelo detto :-)
      Ariabbraccio!!!

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    4. Ah, io pensavo che non fosse un errore! Sai, posto che vai, differenze che trovi! :-D

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    5. Si, è proprio un errore, anche perchè è s e non erro di origine toscana. Ci ho riflettuto e ho ritrovato nella mia memoria uditiva l'uso recente dell'odioso luogo comune per indicare faccende o cose anche imbarazzanti.
      Nessuno pensa più alle filastrocche. :)

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  5. ciao Cle,questa filastrocca è particolarmente bella cantata dalla voce di Rosa Balistreri; è una musica,tra le tante belle,del nostro dna; ed è inevitabile che mi riporti per un attimo,indietro nel tempo,in un porticato dove giocavo da piccola,mentre le nonne e le donne del vicinato,sedute per qualche attimo di riposo dopo una lunga giornata di lavoro,chiacchieravano tra di loro facendo l'uncinetto;queste filastrocche erano sempre il sottofondo bellissimo di interminabili pomeriggi e si trasmettevano di bocca in bocca;chi la conosceva la insegnava al compagnetto o al fratellino più piccolo e così via...Suoni bellissimi che ritornano freschissimi alla memoria sin dalla prima nota,ciao e un abbraccio !!!!

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    1. Ciao, è vero, l'interpretazione della Balistreri è un richiamo a quei tempi, la nostra infanzia. E' la voce della signora che sfaccendava in casa, o della sarta con le lavoranti che lasciavano intravvedere dalla porta aperta l'armonia del gruppo e la gioia per un lavoro amato. Per me, forse nessuno se lo ricorda, che quel periodo l'ho passato incantata alle storie delle donne che schiacciavano le mandorle, sedute a gruppi per la strada, sulla porta di casa, cantavano in coro a cappella e di tanto in tanto, venivano accompagnate dal rimo del ferro che picchiavano sulle mandorle per schiacciarle.
      Voci intonate, non squillanti, ma calde e coinvolgenti proprio come quella della Balistreri!
      Quanti ricordi ci sono lì nella mia memoria che spingono per uscire ;-)!
      Sorridiamo, a poco a poco usciranno tutti,sono molto belli!

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