"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

lunedì 24 dicembre 2012

"The world is so wrong", let's hope in A VERY MERRY CHRISTMAS for ALL!





So this is Christmas
And what have you done?

Another year is over
And a new one just begun

And so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young

A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear

And so this is Christmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong

And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fight
And so happy Christmas
For black and for white
For yellow and red ones
Let's stop all the fight

A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear

And so this is Christmas
And what have we done?
Another year over
And a new one just begun

Ans so this is Christmas
I hope you have fun
The near and the dear one
The old and the young

A very merry Christmas
And a happy New Year
Let's hope it's a good one
Without any fear

War is over over
If you want it
War is over
Now
 

  
   "The world is so wrong"

Sì il mondo è proprio sbagliato, 

Ma rimane in tutti la speranza di avere più pace!



!!  BUON NATALE A TUTTI   !!





venerdì 21 dicembre 2012

TEMPI DURI


E sì, mala tempora currunt!

Perchè non prendiamo lezione dal maestro Impallato?

Guardiamo un po' questo video, ci farà sorridere senz'altro, ma farà anche riflettere molto.

Se vi è venuta voglia di vederne di più, qui troverete il film completo "il maestro di Vigevano" con un Alberto Sordi impareggiabile attore ed interprete di una società sempre uguale nelle miserie, ma ricchissima di risorse dell'arte dell'arrangiarsi di cui noi Italiani siamo sempre stati grandi maestri.
Il film nel video, e precisamente l'escursione didattica nei campi di questi miseri e un po' squallidi personaggi, è uno spaccato di vita del dopoguerra. Sembrerebbe un po' paradossale ma  nel dopoguerra eravamo un po' tutti così, sempre un coltello a portata di mano (in tasca o nella borsetta e non per autodifesa), una borsa capiente (per gli uomini una cartella da legale che dava più carisma da intellettuale, o una sacca di stoffa riciclata per le donne) e tutti una fame da morire portata a spasso con malcelata disinvoltura.
Da piccola come ho già detto,  ero sempre presa tanto dalla curiosità di conoscere meglio i grandi che mi capitavano sotto tiro e ne ho visto di belle ed esemplari.
Molto spesso nessuno badava a me, troppo piccola per essere un testimone o troppo invisibile perchè preferivo non mettermi troppo in evidenza. 
Dalla terrazza di cui ho già parlato qui, ho assistito ( e memorizzato anche) tante avventure da maestro di Vigevano!!!
Persone insospettabili che si appropriavano delle cose lasciate per pochi minuti incustodite dai vicini di casa, persone rispettabilissime e anche di ineccepibile reputazione.
Quella che non dimenticherò mai è l'avventura della nonna dei miei amichetti, mi ha profondamente lesa la stima per una donna che rappresentava una istituzione per me che non avevo conosciuto le mie nonne.  Senza essere vista, l'ho colta sul fatto  mentre si appropriava della legna dei vicini di casa. Pochi tronchetti sistemati sul portabagagli della bicicletta sgangherata di un poveretto che l'aveva lasciata incustodita per qualche minuto, intento com'era a sistemare altro in casa.
Quello che mi colpì particolarmente fu la falsità della donna. Al poveretto che, meravigliato della scomparsa del suo misero carico, le chiese se si fosse accorta di chi si era impossessato della sua legna, lei molto meravigliata e dispiaciuta rispondeva di non aver visto nessuno e che era appena uscita di casa. Proprio quel "non ho visto nulla" mi sembrava un peccato mortale, ma ora penso che forse era solo malcelata indigenza.
Quelli erano tempi molto difficili che però possono insegnarci qualcosa, forse magari a sfruttare le risorse che ci offre la natura.
A quei tempi tutti sapevano riconoscere le erbe selvatiche edibili, a tutti erano note le loro proprietà terapeutiche, così quando ne avevano bisogno o avevano voglia di evadere, in comitiva, donne bambini e anziani, si recavano  negli spazi di terra incolta, o giardini trascurati, come se si andasse al supermercato odierno.
Nel mio caso nella stazione ferroviaria era il nostro luogo preferito. Tra i vecchi vagoni inutilizzati, noi giocavamo agli indiani o all'assalto altreno da parte dei banditi, mentre le nostre mamme si divertivano a raccogliere cicorielle e tutto ciò che era mangiabile. Mi sembrava facessero una specie di gara a chi ne trovasse di più. 
Cosa raccoglievano? Oltre al tarassaco (zangone) e alla cicoriella più facile da ritrovare c'erano la borragine, la lattughella, il cascigno, il caccialepre e il cicorione che erano più rare e costituivano il vanto di chi le raccoglieva.

Ecco le principali ambite erbette che venivano preparate dalle mie donne, erano buonissime!
Provate anche voi a riconoscerle e magari in una escursione come quella che si faceva allora, potrete unire l'utile al dilettevole. Qui troverete ottimi suggerimenti e come riconoscerle, o anche qui ci sono belle schede che vi aiuteranno a capirne di più. Eruditevi bene, sarete ben preparati per le passeggiate primaverili!

Vi ho già parlato della cicoriella in questo mio post.


Cicoriella di campo





Tarassaco (dente di leone, etc.)
Anche del tarassaco o zangone ve ne ho parlato sempre qui nello stesso post, ma nel link della foto potrete trovare una bellissima scheda










Borragine
 da Elicrisio,rivista sull'ambiente

La borragine era la più ambita da tutti, perchè è dolce e si può preparare in tanti modi. Qui in questa pagina potete trovare alcune ricette molto interessanti







...e buona spesa al mercatino della natura!




sabato 15 dicembre 2012

Povertà, talento, amore, tanta voglia di musica e normalità... e immondizie.

"IL MONDO CI MANDA I RIFIUTI NOI GLI RIMANDIAMO LA MUSICA "
Favio Chavez, direttore d'orchestra
Solo il video è un manifesto completo dell'amore per la musica, unica alternativa di evasione nella consapevolezza dei propri valori e nobili attitudini di un popolo sfortunato che a fatica riesce a dare speranza ai suoi giovani.
Una sintesi della tenacia, della inventiva, della passione di giovani molto poveri che hanno  fiducia nei "doni" che gli vengono offerti, meglio dati con arroganza sotto  forma di rifiuti.
Sì, noi mandiamo le immondizie e loro ricambiano offrendoci con molta eleganza e grazia la musica di un'orchestra che con magia e solo amore per la Vita, quella con la V maiuscola, riesce a coinvolgere l'intero mondo!
Il video è il trailer del  film documentario lungometraggio " Paraguay Landfill Harmonic"  che uscirà nel 2014.
( N.B. il video è stato oscurato, ma  è possibile vederlo direttamente da You Tube cliccando qui  :D)



Sono ragazzi, direi bambini,  come tutti alla loro età hanno solo ideali e sogni. 
Loro però, devono mettere in atto tutta la loro inventiva per dare valore alle loro misere risorse per non soccombere. 
A Cateura in Paraguay, una baraccopoli tra i rifiuti provenienti da tutto il mondo, l'amore per la musica è stimolo vitale per i giovani. Se non fosse per l'attaccamento alla vita della loro orchestra, non è esagerato dirlo, verrebbero sopraffatti dalla miseria interiore: a loro è garantito solo lo squallore dei nostri rifiuti come unica risorsa economica oltre alle tentazioni della delinquenza. 
Anna Maribel Rios Bardados, di 13 anni, violinista è orgogliosa del suo violino riciclato. 
Un'altra ragazzina dice di sentire le"farfalle nello stomaco" quando ascolta il suono di un violino, è una sensazione che non sa spiegare... 
Per un'altra ancora la sua esistenza non avrebbe senso senza la musica.
Juan Manuel Chavez, di 19 anni, suona il violoncello, ed è anche lui orgoglioso del suo strumento fatto col legno di scarto, una lattina di olio vuota, vari utensili da cucina, tra cui addirittura un attrezzo per fare gnocchi,  tutto raccolto dal cumulo dei rifiuti.
"In una comunità come Cateura", dice il loro maestro. "non si potrebbe mai avere un violino perchè costa quanto una casa, quindi lo si rimedia dalla massa di rifiuti che ormai fa parte del loro panorama.
Ormai quello di selezionare i rifiuti per poi venderli è diventato il lavoro di tutte le famiglie"
L'ideatore costruttore degli strumenti dice che non avrebbe mai immaginato di costruire strumenti come quelli usati dai componenti dell'orchestra, ed è felicissimo nel vedere un bambino suonare un violino riciclato.
Continua dicendo che  è una esigenza umana segnalare questo miracolo a tutto il mondo. Che così la gente si rende conto che non dovrebbe buttare i rifiuti senza curarsene.... non dovrebbe buttare via anche la gente....!!!

Diffondere la loro storia che sa di favola mi sembra un dovere, un omaggio a chi sogna, ama la musica, ha solo quella e vive con il suo talento.


sabato 8 dicembre 2012

UNA BELLA RIFLESSIONE



DALAI LAMA 
PREMIO NOBEL PER LA PACE 1989
"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto." 
(citato dal DALAI LAMA in Reata Strickland, Interview with God, Free Press, 2002. ISBN 978-0743229579)






Questo me lo sono sempre detto, naturalmente non con le stesse parole, e non mi sono mai stancata di ripeterlo ai giovani:
VIVI IL PRESENTE 
il passato non c'è più e il futuro non sai come sarà perchè non dipende solo da te!
CARPE DIEM

sabato 1 dicembre 2012

TROVA IL TEMPO


... abbiamo sempre fretta, ci manca sempre il tempo per fare...


... cosa?

Arrivare più in fretta a rimpiangere momenti come questi?

Fermiamoci, godiamoceli questi piccoli regali, solo ora ne abbiamo l'opportunità, 

di "doman non v'è certezza"!



lunedì 26 novembre 2012

LA COSA "PIU' STRAORDINARIA" DI QUESTA ESTATE (2012): CASSIOPEA

Un regalo tanto desiderato, sempre sognato,

 e ora....

Miracolosamente ricevuto!

Immagine dal web

Sono ancora così emotivamente scossa che non so come cominciare.
Ma tranquilli, è proprio una bellissima storia!
I protagonisti?
Ve li presento subito:
ZAZZA' e ACHILLE, e CASSIOPEA, così in ordine di anzianità
Chi sono?
Da più di 25 anni sono con noi, almeno nel nostro cuore, ma sono stati, e continuano ad esserlo sempre, i nostri pets .
Sono una famiglia di testudo hermanni ovvero tartarughe di terra.
Achille e Zazzà hanno visto crescere i miei figli, hanno fatto parte della loro vita dall'infanzia e li hanno accompagnati per tutta la loro adolescenza e anche oltre.
Erano il loro orgoglio ed anche l'ammirazione dei loro amichetti.
Sapevo che il mio secondogenito, a cui avevamo regalato Achille, un maschio di tredici anni quando lui ne aveva solo sette o otto, lo aveva portato a scuola su richiesta della sua straordinaria maestra. Era stato inconsapevole protagonista nella classe ed "usato" come sussidio didattico. Pare che successivamente la stessa avventura fosse toccata anche a Zazà. 
Non avevo mai capito quanto potessero essere stati importanti anche per quei ragazzini. Me ne resi conto quando ormai Zazzà ed Achille erano con noi già da una decina di anni. Uno  di loro me lo ero ritrovato come alunno al primo anno nelle superiori.
A scuola, in una lezione sulla famiglia anglosassone, avevo parlato dei "pets" come membri di tutto rispetto e considerati a tutti gli effetti parte del nucleo famigliare. Per dimostrare che aveva capito il concetto, un ragazzo, coetaneo di mio figlio, fece il nome di Achille. 
Sapevo che aveva frequentato la stessa classe del mio secondogenito nelle elementari ma mi aveva sorpreso il fatto che conoscesse come mai lo avevamochiamato Achille.
Achille è velocissimo, una cosa inaspettata per noi che abbiamo sentito dire sempre "lento come una tartaruga"! 
Al nostro primo incontro, non riuscivamo a stargli dietro e mio marito lo aveva fermato dicendogli: "Vieni qua; Piè Veloce, dove vuoi andare?", avendo una grande passione per la mitolagia greca, mio figlio cominciò a gridare rivolgendosi alla povera bestiolina un po' spaventata: "Tu sei Achille, allora!".
Sì anche adesso, come allora, è velocissimo e temerario. Qualche volta lo abbiamo anche perduto e poi ritrovato fortunatamente a qualche isolato dalla nostra casa, o qualcuno ce lo ha riportato.
Ci piacciono tantissimo gli animali, ma non vogliamo far loro violenza relegandoli in casa e in cattività costringendoli ad una vita egoisticamente a dimensione umana. Così, non ricordo se l'anno successivo o lo stesso anno, arrivò Zazzà, una signorina tartaruga sui 15-18 anni.
"Perchè proprio questo nome?" è stata la domanda ricorrente di tutti. Essendo molto schiva, anzi meglio, meno avventurosa del suo compagno, usava nascondersi ad ogni piccola sensazione di cambiamento esterno.
Appena arrivata a casa, il primo giorno, messa per terra in giardino, improvvisamente era scomparsa dalla nostra vista. Come faccio sempre per sdrammatizzare una situazione imbarazzante, cominciai a canticchiare "Addò sta Zazzà" (dove sta Zazzà). Così tutti, quando la ritrovammo lì vicino, dietro un vaso, allegramente gridarono: "Sì, lei è Zazzà"
La loro vita è stata sempre così tranquilla e monotonamente coinvolgente. Letargo invernale per Zazzà, semiletargo per Achille e risveglio in primavera con vita sociale, anzi coniugale, tranquilla e disinvolta. Scoprimmo con sorpresa ed emozione che ci aspettavano,  perchè appena sentivano la musica che immancabilmente ascoltavo di ritorno da scuola, si presentavano per darmi a loro modo il buon giorno. Aspettavano al sole, sotto il gradino della porta del giardino, per un saluto e un po' di frutta o verdura. E lo stesso rito si ripeteva con l'arrivo dei bambini di cui amavano le loro immancabili coccole, le loro risatine e le loro esclamazioni di gioia.
Abbiamo imparato tanto da loro, animali molto riservati ma molto decisi ed ostinati. Ci hanno insegnato a rispettare tutti gli animali con la conoscenza e la comprensione. Abbiamo capito bene che l'etologia non è una scienza che si studia sui libri, ma è la comprensione del pensiero del mondo animale e che ci insegna a non essere presuntuosi ed onniscienti padroni del mondo.
 Il loro comportamento e le relative reazioni verso il mondo esterno all'inizio ci hanno un po' disorientati. Per la nostra completa ignoranza delle loro regole di vita, pensavamo che Achille non sopportasse la presenza di Zazzà. La mordeva e la inseguiva, dal mio punto di vista una vera persecuzione, sembravano vere e proprie violenze che finivano con  fragorosi atti sessuali. Scusatemi ma da ignorante ed abituata a valutazioni umane per me era pura violenza, esagerato, vero? Ci ho messo un po' di tempo per capire che quello era il loro corteggiamento, ora so che l'amava come noi umani sappiamo amare.
Achille è stato un maschio molto esigente, Zazzà una madre che non ha forse mai conosciuto le sue creature. Con una puntualità sorprendente, verso la fine di giugno, deponeva tre o quattro uova. Non le interrava, non so perchè le deponesse lì, dove mettevamo il loro cibo, come se ce le donasse.
Per noi quello era un momento magico, ci elettrizzava letteralmente, ma ci metteva anche in un grande imbarazzo perchè non sapevamo cosa fare.
Ogni hanno sperimentavo quello che di volta in volta riuscivo a sapere consultando internet, enciclopedia e consigli di amici più fortunati, una mia collega ne aveva tante e diventavano sempre di più.
Così lo loro vita a due è continuata nella solita, monotona ma coinvolgente routine. Letargo invernale per Zazzà, semiletargo per Achille, risveglio,  piena attività così per tutti questi anni fino alla primavera scorsa.
Una mattina, al risveglio dal letargo, ho notato in Zazzà dei gonfiori ed una lentezza un po' sospetta. Il suo modo così poco reattivo era durato tutto il giorno, mi aveva proprio inquietata.
Il giorno successivo l'ho trovata morta.
E' ancora con noi, sepolta nel luogo dove preferiva stare, all'ombra di un vecchio limone e sotto le calle e le violette.
Achille ha sofferto tanto per la sua scomparsa, l'ha cercata disperatamente, "annusando" e seguendo tutti i percorsi fatti da lei solitamente, con commovente e sconsolata perseveranza.
Ho sofferto tanto e ne soffro ancora, é stata oggetto dei miei sogni, non erano sogni tristi. La vedevo sempre circondata da tante piccole tartarughine, e una in particolare piccolissima sembrava volesse offrirmela. Erano bellissime!
Tutto questo tormento psicologico è durato  fino a quando....
A questo punto non mi è facile continuare la storia, per me è ancora incredibile.
Dopo più di un mese dall'accaduto, una mattina, mio marito tutto emozionato con una voce e l'espressione di chi ha visto un miracolo, mi ha invitata ad uscire in giardino per vedere qualcosa che mi avrebbe fatta felice. Non so perchè ho pensato a quel piccolo esserino che Zazzà mi offriva nel sogno e gli ho detto meravigliandomi di ciò che dicevo: "C'è un'altra tartaruga, vero?".
non avevo finito di parlare  e mi accorsi che giù in giardino con Achille che mangiava c'era un'incredibile visione. Apparsa come regalo del paradiso delle tartarughe, Cassiopea era lì, un esserino, una miniatura di 3,7 centimetri di diametro dal peso di 16 grammi che ora è con me in casa in semiletargo!
Perchè l'ho chiamata Cassiopea così con l'accordo di tutta la famiglia, perchè è venuta dal  nulla come la saggia tartaruga parlante, amica di Momo dell'omonimo romanzo di M. Ende.




  Frammento video dol film MOMO tratto dall'omonima opera di M. Ende, belissima favola e splendido romanzo in cui co- coprotagonista è Cassiopea, una tartaruga che dialoga con una bambina, Momo, di cui si ignora del tutto il suo passato. Cassiopea le è sempre vicina le dà conforto e ottimi consigli. Splendida la colonna sonora di Branduardi: un incanto che emoziona tanto.



sabato 17 novembre 2012

IGNORANZA E/O ARROGANZA ?

SICURAMENTE MALEDUCAZIONE !
Solo effetti dannosi: 
-confusione del significato di un messaggio
- divulgazione di sciocche trasgressioni linguistiche che incoraggiano la superficialità e l'arroganza.
Non mi dite anche voi:
We don’t need no education.
We don’t need no thought control.
No dark sarcasm in the classroom.
Teacher, leave those kids alone.

Hey! Teachers! Leave them alone!



Tutte le volte che la nostra impreparazione si ritrova a dover fronteggiare nuovi eventi e gli inevitabili  mutamenti che fanno parte del progresso, banalmente diciamo "...e sì, i tempi cambiano". Questo lo accetto volentieri, ma solo quando si tratta di progresso scientifico perchè mi stimola a sapere meglio come funziona il nuovo modo di vedere la vita.
Ora che più che mai l'aggiornamento scientifico è proprio alla portata di tutti: con uno o due click e già ci sei, niente biblioteche aggiornatissime o riviste e pubblicazioni particolarmente specializzate.
Quello che non sopporto però è la facilità con cui si bistratta la lingua italiana che è il nostro patrimonio storico da amare e rispettare.
Divento furibonda quando sento chi con la forza e l'arroganza della presunzione di saperne un po' più degli altri si impone anche con il proprio linguaggio per dare informazioni o esprimere pensieri e opinioni su argomenti specifici e professionali.  
Sentirsi dire dal meteorologo e militare italiano, nel grado di tenente colonnello dell'Aeronautica Militare assegnato al Servizio RAI, che una particolare perturbazione sarà presente al nord della penisola piuttosto che al sud" a dir poco mi destabilizza. Mi sembra non solo autolesionismo, fare la parte del tecnico qualificatissimo che confonde chi lo ascolta e non riesce a far capire se è interessato al fenomeno il nord o il sud  mi sembra assurdo. 
Si dovrebbe ricordare a chi ha l'onere dell'informazione che nell'esprimere concetti tecnici esiste  un rigore linguistico assoluto da rispettare sempre. Nessuno può permettersi il lusso di essere chique a scapito della chiarezza e della semplicità se ha il compito di garantire la migliore divulgazione dei propri concetti derivanti dalla propria qualificata professionalità.
Questo è l'esempio che mi ha particolarmente colpita. Con grande rabbia ho capito che anche la gente comune ama il piuttosto che in un modo sviscerato e lo propina in continuazione.
Se poi lo sentiamo dire, sempre col significato di "e", "anche", o "oppure", nel linguaggio giuridico ed economico anche da personalità di rispetto abbiamo la dimensione del quadro reale della maleducazione linguistica.
Ultimamente ho notato che sta prendendo piede la confusione del significato di un'attività umana nata con l'uomo. Qualcuno in tv ha dimenticato la differenza tra sentire ed ascoltare, e questo mi ha  letteralmente fatto sentire aggredire dalla forza dell'ignoranza. Tutti abbiamo imparato, non solo dalla scuola ma dalla vita, che esiste una bella differenza tra sentire o udire (ci sentiamo anche quando dormiamo altrimenti non ci sveglieremmo al suono dell'odiata sveglia), ma ascoltiamo quello che vogliamo, cioè quando vogliamo farlo.
Cosa ci sarà prossimamente?...
...nell'attesa gustiamoci questa esilarante ed indimenticabile lettera di Totò e Peppino!

martedì 6 novembre 2012

L'AMORE PERDUTO

"Tout passe, tout lasse, tout casse" 
Tutto passa, tutto stanca - sfinisce, tutto si frantuma....
e... rimangono le ferite.
Sì, è sempre così. Certamente finirebbe il mondo se non ci fosse la rassegnazione e la speranza: la vita deve continuare comunque!
Molti sono le storie d'amore narrate o meglio cantate che ci hanno lasciato i Grandi di tutti i tempi. La sensibilità umana ci fa riflettere su quanto i nostri sentimenti siano forti e determinati in noi, ma è consapevole  delle imponderabili variabili della vita che ci portano al cambiamento delle situazioni lasciando un amaro che mano a mano sfuma in ricordo quasi sempre nella speranza.
Forse queste "canzoni" di autori indimenticabili, come la prima è più vicina a noi, è del grandissimo ed indimenticabile Fabrizio De André. La sua consueta profondità sulle riflessioni degli umani sentimenti è facilmente visibile nei versi armoniosi. Trovo sia meglio leggerli attentamente prima di ascoltare la sua affascinante interpretazione.
Le altre sono belle per altri motivi che mi piacerebbe scopriste da soli, vi ho messo il testo e fatto la traduzione per quelle in vernacolo.Sono solo Italiane e qualcuna rappresenta il nostro folcrore.
Amore Che Vieni, Amore Che Vai
(di Fabrizio De André)
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai

venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai...

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Questa che segue, Fenesta Ca Lucive, è una storia molto triste conosciuta in tutto il mondo, la musica è più struggente delle parole. E' stata presente in tutti i testi di musica e canto per le scuole italiane fino a poco tempo fa. Qui il protagonista non trova altra via per rassegnarsi alla perdita della sua amata se non quella di farle visita al cimitero.
Fenesta Ca Lucive
(di anonimo napoletano)
Finestra che brillavi (trad. Cle Reveries)
Fenesta ca lucive e mo nun luce,
Finestra che brillavi ed oro non brilli
sign'è ca Nénna mia stace malata.

è segno che la mia "Bambina" (Nenna) mia sta malata.
S'affaccia la surella e mme lu dice:

Si affaccia sua sorella e melo dice
"Nennélla toja è morta e s'è atterrata".

"La tua Nennella è morta e l'hanno sotterrata
Chiagneva sempe ca durmeva sola,
piangeva sempre perchè dormiva sempre da sola
mo dorme co' li muorte accompagnata.

adesso dorme accompagnata dai morti.
Mo dorme co' li muorte accompagnata!
Adesso dorme accompagnata dai morti.
Addio fenesta, rèstate 'nzerrata,
Addio finestra rimani chiusa
ca Nénna mia mo nun se pò affacciare.
perchè la mia Nenna non si può più affacciare

Io cchiù nun passarraggio da' 'sta strata,
Io non passerò più da questa strada 

vaco a lo camposanto a passíare.
Vado al cimitero a passeggiare
Zi' parrocchiano mio, tiene 'nce cura,
Oh mio caro custode, abbine cura 

na lampa sempe tienece allummata.
Tieni sempre accesa una lampada
Na lampa sempe tienece allummata!
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Lu Rusciu Te Lu Mare
Anche questa è una conzone popolare molto antica, da poco riscoperta e cantata dai gruppi di recente formazione nella "Notte della Taranta". Parla di un amore impossibile tra un soldato ed una principessa promessa sposa di un altro nobile spagnol
LU RUSCIU TE LU MARE
(di Anonimo Salentino)
Il Mormorio del Mare (trad. Cle Reveries)
Na sera jeu passai pe le padule
Una sera passai per le paludi
E ntisi le ranocchiule cantare,
Esentii le ranocchie cantare
E ntisi le ranocchiule cantare.

Commu cantanu belle a una a una,

Come erano belle mentre cantavano a una a una
Pariane lu rusciu te lu mare,
Sembravano il mormorio del mare.
Pariane lu rusciu te lu mare.

Lu rusciu te lu mare è troppu forte,

Il mormorio del mare è troppo forte
La fija te lu re se dia la morte.
La figlia del re si dà la morte
La fija te lu re se dia la morte.

Iddha se dia la morte e jeu la vita,

Lei si dà la morte e io la vita
La fija te lu re sta se marita,
La figlia del re si sta maritando
La fija te lu re sta se marita,

Iddha sta se marita e jeu me ‘nzuru,

Lei si sta maritando e io mi sposo 
La fija te lu re me tae lu fiuru,
La figlia del re mi dà il fiore
La fija te lu re me tae lu fiuru,

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,
'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.
'Chè io il cuore mio te lo devo dare

Iddha me tae lu fiuru e jeu la palma.

Lei mi dà il fiore ed io la palma
La fija te lu re se vae a la Spagna.
La figlia del re se ne va in spagna
La fija te lu re se vae a la Spagna

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
etc.

Iddha se vae a la Spagna e jeu Nturchia,

Lei se ne va in Spagna ed io in Turchia
La fija te lu re è la zita mia,
La figlia del re è la mia ragazza
La fija te lu re è la zita mia.

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.

E vola vola vola, palomba,vola

E vola vola vola, palomba,vola….
E vola vola vola, palomba,vola
E vola vola vola, palomba,vola….

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.
Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,
Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.

E vola vola vola, palomba,vola

E vola vola vola, palomba,vola….
E vola vola vola, palomba,vola
che_luci

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Questa è una chicca del Quartetto Cetra, un vanto per la nostra storia della musica. L'interpretazione è eccezionale, la narrazione è stupenda e la briosità della  musica, rendono più leggera e romantica la triste storia.
Conosciutissima e cantata da tutti negli anni '50, dopo essere presentata ad un famosissimo Festival di San Remo ebbe un successo strepitoso.
Senz'altro è una storia delicata, e molto, molto romantica.
Aveva Un Bavero
(1957, M.Panzeri - V.Ripa, Ed. Tevere)
Nelle sere fredde e scure
presso il fuoco del camino,
quante storie, quante fiabe
raccontava il mio nonnino.

La più bella ch'io ricordo

è la storia di un amore,
di un amore appassionato
che felice non finì.

Ed il cuore di un poeta

a tal punto intenerì
che la storia di quei tempi
mise in musica così:

Aveva un bavero color zafferano

e la marsina color ciclamino,
veniva a piedi da Lodi a Milano
per incontrare la bella Gigogin.

Passeggiando per la via

le cantava "Mio dolce amor,
Gigogin speranza mia
coi tuoi baci mi rubi il cuo"r.
(Parlato)
E la storia continua:
Lui fu mandato soldatino in Piemonte
ed ogni mattina le inviava un fiore
sull'acqua di una roggia
che passava per Milano.
Finchè un giorno:

Lui, saputo che il ritorno

finalmente era vicino,
sopra l'acqua un fior d'arancio
deponeva un bel mattino.

Lei, vedendo e indovinando

la ragione di quel fiore,
per raccoglierlo si spinse
tanto tanto che cascò.

Sopra l'acqua, con quel fiore,

verso il mare se ne andò,
e anche lui, per il dolore,
dal Piemonte non tornò.

Aveva un bavero color zafferano

e la marsina color ciclamino,
veniva a piedi da Lodi a Milano
per incontrare la bella Gigogin.

Lei lo attese nella via

fra le stelle stringendo un fior
e in un sogno di poesia
si trovarono uniti ancor.

(Parlato)

Stretta la foglia larga la via
dite la vostra
che noi abbiamo detto:
Un bavero color zafferamo.
La storia di un amor!

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La povera Cecilia è un canto patriottico dell'unità dìItalia, è cantata molto spesso nei cori alpini.
Anche qui un amore finito, uno strano amore in una vicenda un po' torbida che finisce in tragedia.
LA POVERA CECILIA
La povera Cecilia piange il suo marì,gliel’hanno imprigionato per farglielo morir.
“Oh signor capitano la grazia fate a me!
“La grazia te la faccio, vieni a dormir con me!”
Allora la Cecilia corre alla prigion:
“Marito sei contento s’io vo a dormir con lui?”
“Vai, vai pure Cecilia non star pensar l’onor,
salva la vita mia, levami di prigion.”
A mezzanotte in punto, Cecilia dà un sospir:
“Cosa hai tu Cecilia da non poter dormir?”
“Ho fatto un brutto sogno, ch’è morto mio marì,
se il mio marito è morto, anch’io voglio morir.”
“Dormi, dormi Cecilia, dormi senza un sospir,
che domattina buon’ora il tuo marito è qui.”
Alla mattin buon’ora Cecilia va al balcon,
vede il suo marito col collo a penzolon.
“Addio belli palazzi, addio belle città,
addio visin dorato e chi ti bacerà.”
Laggiù al camposanto fioriscono rose e fior,
è il fior della Cecilia ch’è morta per amor.
La povera Cecilia


mercoledì 31 ottobre 2012

Perchè Haloween e non "Tutti i Santi"?


Halloween (o Hallowe'en) è principalmente celebrata negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre ed è un retaggio culturale antichissimo di tradizione celtica ed anglosassone. Ormai la conosciutissima zucca intagliata, Jck-o'-lantern, è il risaputo simbolo della ricorrenza. Da noi, fino a poco tempo fa, veniva confezionata per scherzi nelle feste goliardiche o a carnevale. Era sempre un successo per la sua macabra allegria.
Io preferisco la vecchia maniera, la considero la festa dei Santi o "I Morti".
Non vedo la necessità di seguire e far proprie le tradizioni altrui: "diamo a Cesare quello che è di Cesare".
Mi piace vedere Halloween nei film americani o sui blog dei miei amici di tradizione anglosassone. A tal proposito, se volete, visitate questo di Jina che è del mio stesso parere su questa festa, lei ha solo contribuito al divertimento delle sue bambine mascherandole come loro desideravano.

Comunque più o meno in questo periodo anticamente c'erano festività che si caratterizzavano con la presenza di maschere più o meno macabre.
Tra gli antichi Romani alla'inizio dell'inverno c'era Pomana, la festività dedicata alla dea dei semi e dei frutti , e verso febbraio ce ne era un'altra, Parentalia, dedicata ai defunti.

Nella cultura celtica, (circa duemila anni fa) in cui il capodanno era il 1° novembre e coincideva con l'inizio dell'inverno, col 31 ottobre finiva quindi l'estate, stagione viva e piena di luce. Il tetro inverno agli antichi Celti ricordava moltissimo  la morte. A quella latitudine, costretti al buio per gran parte della giornata era quindi molto facile pensare al dominio degli spiriti sull'uomo e sulla natura, sui raccolti e sulla vita futura nel nuovo anno ed era a proposito Samhain, la festa di fine estate, che cadeva proprio il 31 ottobre.

 Con l'avvento del Cristianesimo nel nord Europa, Papa Gregorio III nel VIII secolo dette una veste cattolica alla festa pagana di Samhain mettendo la  festa di Ognissanti il 1° novembre invece del 13 maggio in precedenza osservata dalla Chiesa, e a perfezionare il tutto la fece seguire dalla Commemorazione dei Defunti. Si veniva a conciliare così una tradizione cristiana con la festa pagana di Samhain, addirittura per togliere ogni alone pagano e allo scopo di sradicarla dalla cultura popolare, la istituì come festa di precetto nell’840.
Halloween, però, ha origini più recenti, risalendo al XVI secolo circa. Il nome deriva dallo scozzese All-Hallows-Even (All Saint Evening), la notte che precede Ognissanti, è intuibile che con la scoperta dell'America abbia assunto la cittadinanza americana a tutti gli effetti.

In Italia ci sono molte feste popolari di inizio d'inverno legate al ricordo dei morti sempre di tradizione remotissima .
Is Animmeddas, Su mortu mortu, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas, in Sardegna è molto caratteristica.. 

Ad Orsara di Puglia, un paesino montano della provincia di Foggia, la notte tra l'1 ed il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fuc a cost" (fuoco fianco a fianco) con dei falò accesi sull'uscio di ogni casa per far luce ai cari defunti (o anime del purgatorio) ritornati dall'aldilà per visitare gli abitanti del paese.
Il fuoco serve anche a cucinare qualcosa da offrie ai vicini e ai passanti.
Il'1°, in piazza c'è anche la gara delle zucche decorate (le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio) tradionale gara che risale alla notte dei tempi.


Scusate la qualità dei video, del secondo  mi sembra in tema solo la prima parte, ma questo passa il convento!


venerdì 19 ottobre 2012

IL FASCINO


Fascino, fascino, fascino....!
Ma cos'è questo fascino?
La risposta l'ho trovata nei versi di questo immortale capolavoro!
Canzone molto coinvolgente e molto ma molto "fascinosa" e romantica.
Ditemi se non è affascinante e coinvolgente anche per la voce e per tutto nell'insieme?.


Fascination 
Songwriters: SHUTZ, HAL / MARCHETTI, FERMO
by Nat King Cole 

It was fascination 
E' stato fascino 
I know
Lo so
And it might have ended
E sarebbe finita
Right then, at the start
Proprio in quel momento, all'inizio 
Just a passing glance
Solo uno sguardo sfuggevole 
Just a brief romance
Solo una breve avventura romantica
And I might have gone
E sarei potuto andarmene 
On my way
Per la mia strada 
Empty hearted
Col vuoto nel cuore 

It was fascination
E' stato fascino 
I know
Lo so 
Seeing you alone
Vedendoti da sola
With the moonlight above
Sotto il chiar di luna 
Then I touched your hand
Così ti ho toccato la mano 
And next moment
E un attimo dopo 
I kissed you
Ti ho baciata
Fascination turned to love
Il fascino è diventato amore

It was fascination
E' stato fascino 
I know
Lo so 
Seeing you alone
Vedendoti da sola
With the moonlight above
Sotto il chiar di luna 
Then I touched your hand
Così ti ho toccato la mano 
And next moment
E un attimo dopo 
I kissed you
Ti ho baciata
Fascination turned - to - love
Il fascino è diventato amore


mercoledì 17 ottobre 2012

...e poi è scoppiato il bubbone!

Questo accade quando si nasconde la testa sotto la sabbia!

All'inizio dell'anno, il 17 Gennaio  per la precisione, avevo letto quest'articolo che mi aveva sconvolta. Dava una risposta ai miei perchè sul degrado dei "Tamburi" di Taranto. L'ambiente e tutto il paesaggio da una trentina di anni sembrava peggiorare sempre sempre di più. Ci passo tutte le volte che vado in Basilicata o in Calabria, il che accade due o tre volte l'anno e ho visto ingiallire e poi seccare gli alberi, cipressi forse, piantati nei pressi del cimitero, oltre all'aspetto inospitale di un posto bellissimo prima dell'avvento dell'eco-mostro.
Nel pasarci vicinissimo, ci siamo sempre chiesto se solo noi ci rendevamo conto del disastro ambientale, non era possibile è ovvio!
Era come nella favola del "Re Nudo", veniva minacciato o addirittura punito chi osava dire la verità!
Con un post dal titolo "dire la verità  è scomodo" su "Compagni di Strada", avevo scritto così:

dire la verità  è scomodo 

16 GENNAIO 2012
 I turisti vanno a villeggiare sulle rinomate spiagge del meraviglioso Golfo di Taranto, mangiano anche i prodotti locali e sono compiaciuti delle sue bellezze.
Non tutti sanno, però, quanto l’inquinamento da diossina abbia colpito gli abitanti di Taranto e dintorni.
Se la nostra memoria non è tenuta a ritenere i fatti accaduti lontano da noi, non penso che sia un crimine per chi ci vive ricordarli per amore di sé stesso e degli altri (specialmente i turisti).
Mi sono imbattuta in questo articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ecco cosa è accaduto a chi non si rassegna a dimenticare.
Vi invito a leggerlo: per me è un esempio di negazione del diritto alla libertà dell’informazione e alla rivendicazione della tutela della propria salute e dell’ambiente. 


La Gazzetta del Mezzogiorno.itPuglia
Martedì, 17 Gennaio 2012 11:05

Taranto, «Denunciato
per la protesta
contro l’inquinamento»

TARANTO 
 «Ora denunciateci tutti». Scatena la reazione di diverse decine di cittadini nonchè di un folto gruppo di movimenti ed associazioni il fatto che sia stato denunciato uno dei giovani che martedì scorso, insieme a tanti altri, davanti al Tribunale dove era in corso la prima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, ha issato uno striscione che metteva in evidenza come sul processo per il delitto di Avetrana si fosse accesa in modo potente l’attenzione dei media, mentre sull’inquinamento che da anni colpisce la città non si registra analoga attenzione.
«Quando un gruppo di giovani decidono di valorizzare la propria città e, senza far uso di bandiere o colori politici, si adoperano per migliorarla, ripulendo ed abbellendo le pubbliche piazze, vengono lodati dall'opinione pubblica ed apprezzati dalle autorità. Ma se un giorno - si legge nel documento di protesta - decidono di manifestare pacificamente usando uno striscione per portare alla luce una questione macroscopicamente ingiusta e dolorosa ecco che vengono denunciati. La motivazione? I coraggiosi ragazzi hanno inscenato una pacifica dimostrazione, durata pochi minuti, dinanzi al Tribunale dove da tempo si celebra il processo per la morte della povera Sarah Scazzi, divenuto fenomeno mediatico che suscita tanto scalpore per la curiosità morbosa del pubblico e la folta audience. Intervenuti a frotte, i media si sono trovati di fronte un gruppo di giovani e uno striscione con queste parole: “Su Sarah avete speculato ma del nostro inquinamento non avete mai parlato”». «Poche riprese rapide - si legge nel documento - ed il silenzio è calato nuovamente ma la protesta non è passata inosservata. No, perché uno di questi giovani è stato denunciato, quasi fosse un attentatore alla quiete pubblica».
Ma, si chiedono i firmatati dell’esposto, «è giusto che portatori di verità vengano denunciati come comuni malfattori? O sono solo detentori di una realtà che viene tenuta forzosamente nascosta sotto il tappeto? I risultati dell'inquinamento a Taranto devono rimanere un segreto di cui sono a conoscenza ben pochi: i cittadini di Taranto, i miticoltori, gli allevatori, i malati ed i tanti morti di tumore». «Esprimiamo piena solidarietà ai giovani - prosegue il documento - che, con vero spirito di sacrificio, si fanno portatori di una verità dolorosa, del senso di disagio e di lutto che la cittadinanza sopporta da decenni, nel silenzio delle autorità, della Regione e della Nazione, avvezze ad usare ben altro trattamento di acquiescenza verso i responsabili dell' inquinamento».
Tra i gruppi che aderiscono ci sono: 1000 per Taranto, Altamarea Taranto, Ascolto Aiuto, circolo Arci Pepper, Creativa Mente, Federazione provinciale Verdi, gruppo Mcs Puglia, Joe Black Production, Taranto lider, Taranto Pulita, Vivi Taranto e Wwf Taranto.
16 GENNAIO 2012