"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

domenica 12 maggio 2013

"...umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio"

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Chi è mai? 
....è la Mamma .
Una figura sacra, un vero angelo.
Lo diventa nel momento in cui mette al mondo il suo bambino, dopo che nove mesi prima glielo ha affidato la "Divina Bontade" che l'ha scelta beatificandola rendendola mamma. Per lui, suo figlio, sarà  sempre un punto di riferimento, un termine fisso d'eterno consiglio!
Care mamme, vi offro questo Dante un po' ringiovanito da un  Benigni unico, è la preghiera di San Bernardo alla Vergine Maria, alla mamma di tutte le mamme.
Per me è l'omaggio ideale per le mamme.
Per me questo canto è una scoperta continua, una bellezza che non sfiorisce mai...
La dedico alla mia mamma a cui piaceva tantissimo, da commuoversi ogni volta che lo leggeva, e a tutte voi.
Per te mamma che sei sempre,
anche ora che non ci sei più,
il mio termine fisso...



Dante Alighieri,
Paradiso
Canto XXXIII: 
-La preghiera di San Bernardo alla Vergine-

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
          tu se' colei che l'umana natura
          nobilitasti sì, che 'l suo fattore
          non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
           Qui se' a noi meridïana face
           di caritate, e giuso, intra ' mortali,
           se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz' ali.
           La tua benignità non pur soccorre
           a chi domanda, ma molte fïate
          liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.
          Or questi, che da l'infima lacuna
          de l'universo infin qui ha vedute
          le vite spiritali ad una ad una,
supplica a te, per grazia, di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
più alto verso l'ultima salute.
          E io, che mai per mio veder non arsi
          più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi
          ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co' prieghi tuoi,
sì che 'l sommo piacer li si dispieghi.
          Ancor ti priego, regina, che puoi
          ciò che tu vuoli, che conservi sani,
          dopo tanto veder, li affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
per li miei prieghi ti chiudon le mani!».
          Li occhi da Dio diletti e venerati,
          fissi ne l'orator, ne dimostraro
          quanto i devoti prieghi le son grati;
indi a l'eterno lume s'addrizzaro,
nel qual non si dee creder che s'invii
per creatura l'occhio tanto chiaro.
          E io ch'al fine di tutt' i disii
appropinquava, sì com' io dovea,
l'ardor del desiderio in me finii.
          Bernardo m'accennava, e sorridea,
          perch' io guardassi suso; ma io era
          già per me stesso tal qual ei volea:
ché la mia vista, venendo sincera,
e più e più intrava per lo raggio
de l'alta luce che da sé è vera.
           Da quinci innanzi il mio veder fu maggio
           che 'l parlar mostra, ch'a tal vista cede,
           e cede la memoria a tanto oltraggio.
Qual è colüi che sognando vede,
che dopo 'l sogno la passione impressa
rimane, e l'altro a la mente non riede,
          cotal son io, ché quasi tutta cessa
          mia visïone, e ancor mi distilla
         nel core il dolce che nacque da essa.
Così la neve al sol si disigilla;
così al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla.
         O somma luce che tanto ti levi
         da' concetti mortali, a la mia mente
         ripresta un poco di quel che parevi,
e fa la lingua mia tanto possente,
ch'una favilla sol de la tua gloria
possa lasciare a la futura gente;
        ché, per tornare alquanto a mia memoria
        e per sonare un poco in questi versi,
        più si conceperà di tua vittoria.
Io credo, per l'acume ch'io soffersi
del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito,
se li occhi miei da lui fossero aversi.
       E' mi ricorda ch'io fui più ardito
       per questo a sostener, tanto ch'i' giunsi
       l'aspetto mio col valore infinito.
Oh abbondante grazia ond' io presunsi
ficcar lo viso per la luce etterna,
tanto che la veduta vi consunsi!
       Nel suo profondo vidi che s'interna,
       legato con amore in un volume,
       ciò che per l'universo si squaderna:
sustanze e accidenti e lor costume
quasi conflati insieme, per tal modo
che ciò ch'i' dico è un semplice lume.
       La forma universal di questo nodo
       credo ch'i' vidi, perché più di largo,
       dicendo questo, mi sento ch'i' godo.
Un punto solo m'è maggior letargo
che venticinque secoli a la 'mpresa
che fé Nettuno ammirar l'ombra d'Argo.
        Così la mente mia, tutta sospesa,
        mirava fissa, immobile e attenta,
        e sempre di mirar faceasi accesa.
A quella luce cotal si diventa,
che volgersi da lei per altro aspetto
è impossibil che mai si consenta;
       però che 'l ben, ch'è del volere obietto,
       tutto s'accoglie in lei, e fuor di quella
       è defettivo ciò ch'è lì perfetto.
Omai sarà più corta mia favella,
pur a quel ch'io ricordo, che d'un fante
che bagni ancor la lingua a la mammella.
       Non perché più ch'un semplice sembiante
       fosse nel vivo lume ch'io mirava,
       che tal è sempre qual s'era davante;
ma per la vista che s'avvalorava
in me guardando, una sola parvenza,
mutandom' io, a me si travagliava.
       Ne la profonda e chiara sussistenza
       de l'alto lume parvermi tre giri
       di tre colori e d'una contenenza;
e l'un da l'altro come iri da iri
parea reflesso, e 'l terzo parea foco
che quinci e quindi igualmente si spiri.
       Oh quanto è corto il dire e come fioco
       al mio concetto! e questo, a quel ch'i' vidi,
       è tanto, che non basta a dicer 'poco'.
O luce etterna che sola in te sidi,
sola t'intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!
       Quella circulazion che sì concetta
       pareva in te come lume reflesso,
       da li occhi miei alquanto circunspetta,
dentro da sé, del suo colore stesso,
mi parve pinta de la nostra effige:
per che 'l mio viso in lei tutto era messo.
       Qual è 'l geomètra che tutto s'affige
       per misurar lo cerchio, e non ritrova,
       pensando, quel principio ond' elli indige,
tal era io a quella vista nova:
veder voleva come si convenne
l'imago al cerchio e come vi s'indova;
       ma non eran da ciò le proprie penne:
       se non che la mia mente fu percossa
       da un fulgore in che sua voglia venne.
A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'igualmente è mossa,

       l'amor che move il sole e l'altre stelle.




8 commenti:

  1. Un immenso abbraccio a tutte le mamme!!!
    e un abbraccione a te!
    Mari

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    1. Ho sentito col tuo l'abbraccio caldo e forte della mia mamma che mi manca tanto!
      A qualsiasi età la mamma è sempre nel proprio cuore e manca il suo caldo e amorevole abbraccio.
      Per te il mio, quello di chi è anche nonna!
      ^-------^ ******

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  2. Questa, secondo me, è la vera cultura! Splendida scelta ^^
    Bacioni*
    Ale

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    1. Grazie :-)!
      ... ed è per colti e sensibili ;-D
      Abbraccioni e bacioni

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  3. Come scrivevo su altri blog che festeggiavano la festa delle mamme, mi è sembrato strano scoprire di essermi dimenticato una tale festa... è segno che, anche se sono passati solo sette anni, mi sembra sia passata un'eternità... Vero, si può comunque elevare un pensiero, anche a chi non c'è più... ma non è la stessa cosa, purtroppo :-(

    www.wolfghost.com

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  4. Lasciati consigliare da una madre che è stata figlia: la madre è dentro di noi, però perdere il suo contatto fisico, anzi terreno, è molto doloroso. Nel momento in cui la mamma non è più vivente con noi, ci sentiamo soli e desolati. Ci sembra che l'abbiamo perduta per sempre, poi elaboriamo il lutto e ci accorgiamo che per noi è sempre un "termine fisso d'eterno consiglio" e che è raggiungibile attraverso un "canale" che è dentro di noi.
    Ti abbraccio

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  5. ciao Cle, un saluto con ritardo !
    Per me, il ricordo di chi mi ha dato la vita è sempre bello, anche se devo dire che, per molti anni, questo ricordo è sempre stato velato di tristezza perchè ero troppo ragazzina quando ho vissuto il lutto della sua scomparsa... nella vita purtroppo può succedere.
    L'immagine del "canale" mi piace perchè rievoca proprio la nascita, quando passando attraverso il canale del parto vedemmo per la prima volta la luce e, nati, pieni di speranza ci aggrappammo al seno di chi ci aveva partorito .

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    1. Ciao, sono appena ritornata anch'io. :-(
      Alla nostra età la mamma ha un valore essenzialmente spirituale. E' amore che racchiude tutta l'essenza della vita. Il punto di riferimento, l'approdo sicuro che quando non c'è più, dopo anni di dolore e sconforto lo ritroviamo dentro di noi e ci accorgiamo che è stata sempre lì, da quando abbiamo cominciato la nostra avventura.
      Un abbraccio

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Ciao, grazie per essere arrivati qui tra le mie "Reveries".
La mia curiosità di conoscervi è grande, se vi va, lasciate qui un commento.
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