"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)
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giovedì 25 luglio 2013

Le cipolle di zia Cle', piatto di grande successo

... semplicissimo da realizzare con ingredienti poveri ma è buonissimo.

Le cipolle normalmente da noi sono maggiormente considerate solo come aromi per sughi ed intingoli  ma in Francia la zuppa di cipolle, o la soupe à l'oignon, è nel menù di tutte le case e di tutti i ristoranti.
Molti le odiano per l'odore acre e persistente, temono anche che lascino l'alito pesante dopo averle mangiate. Ma si fermano solo a considerarle crude, infatti cotte sono dolci e profumate perchè la cottura neutralizza gli agenti che provocano tali inconvenienti. Una buona cottura le rende molto dolci e in questa stagione se ne trovano di molto buone e morbide. 
Tutti vorrebbero evitare di pulirle e tagliarle perchè fanno "piangere". Questo è facilmente evitabile, basta bagnare spesso il coltello in acqua un po'fredda e non ci si accorge nemmeno di quell'inconveniente.
Leggete un po' qui cosa è in effetti una banalissima e volgare cipolla.


Da:
 " Dietetica"
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"Valore nutritivo e proprietà terapeutiche La cipolla ha un consistente valore nutritivo, grazie alla presenza di sali minerali e vitamine, soprattutto la vitamina C, ma contiene anche molti fermenti che aiutano la digestione e stimolano il metabolismo; inoltre contiene anche oligoelementi quali zolfo, ferro, potassio, magnesio, fluoro, calcio, manganese e fosforo, diverse vitamine (A, complesso B, C, E); flavonoidi con azione diuretica dall'azione diuretica e la glucochinina, un ormone vegetale, che possiede una forte azione antidiabetica. Ma questa pianta ha anche numerosissimi impieghi terapeutici: in dermatologia, può essere utilizzata come antibiotico, antibatterico, semplicemente applicando il succo sulla parte da disinfettare; è anche un ottimo espettorante, specialmente unito al miele e un decongestionante della faringe: i gargarismi con succo di cipolla sono particolarmente indicati in caso di tonsillite e il succo è anche molto utilizzato come diuretico e depurativo e infatti viene consigliato da chi soffre di trombosi perché, avendo un potere fluidificante, facilita la circolazione del sangue. Un discorso a parte merita l’utilizzo della cipolla per tutti coloro che soffrono di “cattiva digestione”: in questo caso si consiglia di consumare la cipolla cotta che è sicuramente più tollerabile anche se ha minori proprietà nutritive rispetto a quella cruda che può essere assunta facilmente da coloro i quali non hanno particolari problemi di bruciori allo stomaco. Infine questi “benefici bulbi” fungono anche da ipoglicemizzanti, abbassando il livello di glucosio nel sangue e permettendo di ridurre le dosi di insulina a chi ne ha bisogno."
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Mia madre le cucinava spesso perciò mi sembra di mangiarle da quando sono nata. La ricetta di base sembra sia antichissima e semplicissima, senza pochi e sani ingredienti, li avete certamente in casa.
Anche questa  una ricetta vegetariana e se escludete il formaggio è buonissima, ve lo assicuro, è anche vegana.
Può essere un buon contorno, ma se mettetela mozzarella è un ottimo secondo, o come piace a me una buona idea è servirla a cena piatto unico.
Mia madre non metteva la mozzarella, naturalmente la cucinava nel forno
tradizionale io uso il microonde.

INGREDIENTI PER TRE PERSONE:

  • circa 600 gr. di cipolle (tre cipolle grosse fresche sbucciate)
  • cinque o sei pomodori maturi
  • pane grattugiato e tostato 
  • parmigiano grattugiato (qui è a scaqlie)
  • origano, possibilmente fresco
  • olio extravergine di oliva
  • tre mozzarelle piccole affettate o fette di scamorza o provolone dolce
  • sale e alloro q.b.
PREPARAZIONE
In una teglia  da forno bassa (poichè uso il microonde ho utilizzato una di pyrex), versate un po' d'olio sul fondo e cospargetelo di pane grattugiato.


Tagliate le cipolle a metà, se sono alte realizzate fette di due dita di spessore.
Salate le due parti e ricomponete le cipolle disponendole una accanto all'altra. Se volete lasciatele così per una decina di minuti, si insaporiranno meglio e avranno rilasciato il liquido di vegetazione molto utile per la cottura.



Affettate i pomodori come nella foto conditeli con un po' d'olio e salateli leggermente 


Mettete  le fette di pomodoro tra le due metà di cipolla. 


Versate ancora dell'altro olio


Una spolveratina di origano


Mettete nel forno e fatele cucinare finchè non diventino come quelle della foto.  Nel microonde 15 minuti a 750, nel tradizionale mezz'ora a 180° ma questo può variare da forno a forno. Devono essere a metà cottura.


Si saranno rimpicciolite, così ci sarà spazio per tutte le metà su cui saranno evidenti le fette di pomodoro.
Cari amici vegani, già così sono buonissime, potete rimetterle nel forno per gratinarle con una spolveratina di pangrattato se lo desiderate.


Se non siete vegani, mescolate il pan grattato con il parmigiano e distribuitelo sopra in modo uniforme.

 
Se avete la mozzarella e volete dare un tocco in più al piatto  affettatela



disponetela sulle cipolle come desiderate secondo il vostro gusto e infornate per farle gratinare e sciogliere la mozzarella fino a diventare filante.
  


e
Buon Appetito

 









giovedì 20 giugno 2013

'A TIELLA, PIATTO ESTIVO POVERO


- MEDITERRANEO, VEGETARIANO  ... e tutto sommato (escludendo formaggio e cozze) VEGANO-
Molto semplice, è tra i più gustosi della nostra cucina povera.


'A tiella, 'u tiàn, 'o rùot sono parole meridionali che indicano il tegame dai bordi bassi che serve per preparare pietanze che devono evaporare durante la cottura.
Sono di metallo (un tempo alluminio e ferro), o anche di coccio. Vi si mettevano a cucinare a fuoco basso lentamente i cibi poveri con verdure comuni dell'estate mediterranea, dai profumi decisi e dai sapori delicati che conquistano ogni palato e molto spesso arricchiti dai frutti di mare come le cozze.

Per questa mia tiella, servono ingredienti di stagione dagli innumerevoli pregi, facili da trovare a prezzi bassissimi, e se come me usate un forno a microonde, in definitiva sarà veloce ed economica.
La settimana scorsa l'ho preparato e  l'ho servito a tavola così, come nella foto in alto. Qui ci sono le cozze che non metto sempre, perchè essendo il piatto preferito dai bambini preferisco che sia solo di verdure.
Normalmente si mette il riso, ma io non potendolo mangiare ne faccio a meno, non potrei nemmeno scartarlo come faccio con le patate che sono anche loro vietate ai diabetici ma sono elementi basilari e non possono essere eliminate. 
Così realizzo  un nuovo piatto più leggero e molto saporito.

INGREDIENTI:
  • 2 patate  novelle, qui nel Salento ci sono le buonissime Sieglinde, di grandezza media  a persona
  • 2 zucchine    "        "      "              
  • 2 cipolle bianche schiacciate fresche   a persona
  • 2 o 3 foglie di alloro,
  • 2 o 3 pomodori grossi freschi o pochi piccoli,
  • pane grattugiato tostato e prezzemolo tritato e (per i non vegani) formaggio parmigiano o pecorino grattugiato,
  • meno di 1 kilo di cozze (questo è sempre per i non vegani, e se le preferite) che laverete accuratamente e se siete esperti potrete sgusciare, anzi la tradizione le vuole chiuse che si apriranno durante la cottura arricchendo di più il sapore.
  • olio extravergine d'oliva
  • sale e pepe q.b. 
Patate, cipolle, zucchine, pomodori e alloro
Prezzemolo, pangrattato, pepe
 e parmigiano (non per i vegani)
Olio, sale e pepe

Cozze sgusciate

PREPARAZIONE:
  • se usate come me il microonde dovrete usare una teglia di vetro da fuoco (pyrex) adatta, come quella nella foto sotto.
  • affettate a rondelle le verdure 
  • mettetele separate, salatele e ungetele con un po' d'olio,  
  • cospargete il fondo della teglia con un po' d'olio e una o due cucchiaiate di pane grattugiato,
  • cominciate a sitemare le verdure a strati,
  • vi consiglio di cominciare con le patate, quindi uno strato di patate con un po' di pangrattato, inframmezzate le foglie d'alloro che si toglieranno prima di servire (sono facilmente individuabili),
  • poi le zucchine e di nuovo il pagrattato,
  • se mangiate le cozze a questo punto le sistemate uniformemente spargendoci sempre del pangrattato,
  • quindi le cipolle e poi i pomodori tagliati a pezzetti e il pangrattato,
  • mettete  nel forno a microonde a 750 W per circa un'ora la "tiella" coperta ( se non avete il coperchio adatto, anche con la carta forno, mai col foglio di alluminio). Altrimenti nel solito forno a temperatura alta.
  • ATTENZIONE CONTROLLATE SPESSO, se è la prima esperienza col microonde è da ricordare che i tempi variano a seconda della quantità dei cibi inseriti e della potenza.
  • se volete gratinare, alla fine cospargete la superficie col pangrattato e rimettetela nel forno  accendendo il grill.
Dovrebbe essere così prima di metterla nel forno.
e ...... buon appetito
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Foto private di Cle Reveries.
Tutti i diritti sono riservati.




domenica 14 aprile 2013

... per i miei amici vegani e per chi ama i sapori di una volta, ecco un dolce del nostro passato: le pitteddhe salentine.

Sono bellissime, vero?
Le hanno preparate e fotografate Daniela e Letizia del blog "Spizzica in Salento".
-o-o-
Queste chicche sono autentiche squisitezze! Sembrano proprio studiate per chi ha adottato una dieta priva di carne e dei  suoi derivati.
Sono graziosi canestrini fatti con una pasta frolla povera, solo farina di grano duro 00, olio extra vergine d'oliva, succo d'arancia e marmellata d'uva, alias la "mustarda", fatta in casa dalle stesse contadine che nei secoli si sono tramandate questa ricetta. 
Lo zucchero!?...... non l'ho dimenticato, non si mette proprio, ma se volete potete tranquillamente metterne un poco.
Chi prepara dolci sa benissimo quanto la nostra cucina moderna debba al burro, alle uova e al latte. Sembra impensabile poterne fare a meno ed avere un gran successo oltre a soddisfare le esigenze dei più golosi.
Nel nostro passato l'amore di gente povera per una terra difficile ma che sapeva dare tanto a chi a sua volta l'amava, ha fatto avverare il miracolo. Erano i dolci delle grandi feste delle famiglie contadine, preparati dalle mani fatate delle donne, mogli, mamme, contadine e factotum. Mani che senza posa, si prodigavano nei campi per la raccolta del tabacco in estate e degli altri frutti in tutto il resto dell'anno. Ma quelle mani sapevano anche muoversi abilmente con l'uncinetto o i sottilissimi aghi e i telai per confezionare trine e ricami e tele per i famosi corredi per sè stesse, se erano ancora zite, cioè signorine, o per le loro figlie o anche su commissione per arrotondare il bilancio domestico.
Nel periodo prenatalizio e prepasquale c'era un'atmosfera particolarmente gioiosa e in tutte le case le nostre donne abbandonavano i lavori nei campi e tutte le altre occupazioni, e si dedicavano alla preparazione di pitte e pitteddhe. Era il tempo in cui il panettone e la colomba erano sconosciute, non avevano ancora il posto d'onore sulle tavole salentine, e le pittehe con le pitte con tutte leccornie tradizionali, troneggiavano allegramente imbandite per le feste. Così, anche a Carnevale e alle feste in famiglia, come il battesimo o battezzo, la festa di fidanzamento o trasitura, lu santu patrunu e tutte le altre ricorrenze solenni non potevano mancare.
Ora sono ottime, secondo me, anche ogni giorno a colazione e al "five o' clock tea" o quando volete farvi delle coccole al palato.
Vi prego di scusarmi ma non ho una mia ricetta, non mangio dolci e queste non sono nella mia tradizione. 
Potete attingere la ricetta direttamente dal sito delle bravissime e stupende Daniela e Letizia del blog "Spizzica in Salento".Vi assicuro siete in ottime mani.
... ed insieme alle pitteddhe ci andrebbe anche "nu pocu de mieru", attenzione non "vinu", ma "mieru". Mi spiego meglio: non vino qualsiasi, magari annacquato, ma vino di quello buono buono! 
Qui è tutto virtuale e non ci sono bicchieri, ma questa canzone popolare mette allegria quanto un bicchiere di quello buono...
.... e   prosit !


venerdì 5 aprile 2013

LA SIGNORA M. Picc... E IL BIANCOMANGIARE - un dolce mediterraneo, povero e antichissimo

Potrebbe essere adatto ai vegani o agli intolleranti al latte, infatti questo viene  sostituito con il latte di mandorla (la ricetta senza latte la trovate qui e qui è spiegato benissimo come ottenerlo dalle mandorle).
Prima di addentrarmi nei particolari, permettetemi di ribadire che i mie post sono più che altro banalissimi ricordi, riflessioni, sogni e anche umane considerazioni. Niente cattedra e né bacchetta, solo il proposito di venire compresa da chi come me soffre di questo tipo di deformazione . 
Biancomangiare

Antichissimo, dagli ingredienti semplici il biancomangiare è l'orgoglio della Sicilia, un dolce povero della tradizione mediterranea dalle origini antichissime.
 Anche questo è un ricordo della mia infanzia. Strano come la mia memoria funzioni al contrario rispetto a quella di Proust. La mia,infatti non parte dal profumo o dal sapore per arrivare alle persone o ai fatti, ma segue il percorso inverso.
Così per una frase detta da una mia amica siciliana, una imprecazione del suo dialetto,"botta de sale" un eufemismo per non dire qualcosa di più forte, mi sono ricordata della signora Maria P... e del suo "biancomangiare". Lo preparava in occasione di feste importanti. Per lei era una specie di rito più che un dolce. Per me era un ottimo budino che lei preparava senza latte solo con acqua e mandorle.
La signara Maria P... era di Piana degli Albanesi in provincia di Palermo, un paese arbëreshë, dalle tradizioni antichissime che lei con orgoglio non smetteva mai di ostentare: parlava l''arbërisht quando meno te lo aspettavi ed esibiva continuamente le foto della sua famiglia d'origine sempre persone nel  bellissimo costume tradizionale.

Abitavamo porta a porta, condividevamo un giardino che per noi era una specie di soggiorno all'aperto. Lì facevamo di tutto e tutti insieme. Le mamme sempre presenti leggevano i rotocalchi commentando le notizie scoppiando molto spesso in risate fragorose, oppure lavoravano a maglia confrontandosi e consigliandosi a vicenda.Noi bambini giocavamo facendo tanto chiasso, ma anche tanta allegria, ma anche leggevamo insieme lo stesso fumetto e lo commentavamo .D'inverno era veramente un incanto da favola, tanta neve e tanta fantasia insieme, tutta per noi.....
La Tordella con Bibì e Bibò
Fumetto dei Katzenjammer Kids (1901)

Ritornando alla signora Maria P... All'inizio avevo subito il fascino dell'esotico di questa donna, sui trentacinque anni dalla corporatura massiccia, dal carattere forte e deciso ma anche un po' ignorante. Una specie di Tordella uscita dalle pagine del Corriere dei Piccoli che amavamo leggere.
Ma poi aveva finito per stancarmi, non mi divertiva più il suo rincorrere quella peste di suo figlio, armata di "cucchiara" uno spaventoso, grosso e pesante cucchiaio di legno, gridava ad intervalli "botta di sale!".O il suo modo di truccarsi, niente di straordinario, solo una grossa e spessa striscia di rossetto un po' ondulata e sbavata sulle labbra, e uno smalto di un rosso acceso sulle sue unghie cortissime. Usava anche  truccare sua figlia di cinque anni, e qui era il divertimento, perchè improvvisamente con loro due così conciate diventava carnevale.Quando tutta la famiglia si trasferì altrove, per me non fu un grande dispiacere, forse ero diventata solo più grande. 
L'avevo quasi rimossa del tutto se non fosse stato per quella frase, quel "botta di sale"della mia amica siciliana mentre guidava l'altro giorno indirizzato ad un pedone che ci aveva improvvisamente attraversato la strada. Avevo anche dimentiato il suo biancomangiare, l'antichissimo dolce la cui ricetta come diceva lei risaliva alla notte dei tempi. Forse aveva ragione, ma con certezza questo dolce fu introdotto in Sicilia dagli Arabi. In Italia è presente nei ricettari del secolo XII e Matilde di Canossa lo preparò per il banchetto fatto in occasione della riconciliazione tra il papa Gregorio VII  e l'imperatore Enrico IV del Sacro Romano Impero nel 1077. Dolce che sia per gli ingredienti che per la presentazione rappresentava in quella occasione tutto l'allegorico candore della Chiesa.
Il suo nome è di chiara derivazione francese, le blanc manger, o blanche mangerie, ed è evidente che gli ingredienti, tutti bianchi, chiaramente glielo hanno dato.

Ma non è esclusiva caratteristica siciliana lo si prepara in molte altre parti d'Italia in Sardegna lo chiamano papai-biancu o menjar blanc, in Valle d'Aosta è blanc manger. In Medio Oriente e in Turchia viene preparato seguendo la stessa ricetta da tempi immemorabili e il suo nome in traduzione è sempre "bianco mangiare".
La ricetta che vi consiglio è di "ricette di Sicilia.net" dove con molta chiarezza vengono dati utili suggerimenti e sono spiegati i procedimenti con molta semplicità. Oppure seguite quella di "ricette condivise"
Questa del video di You Tube  mi sembra anche buona     

Per gli intolleranti al latte o ai vegani consiglio questa " Ricetta Biancomangiare dolce mandorle e acqua di Manlio Midori" che trovate al blog "Ricette condivise" ,ma se volete essere sicuri della genuinità del latte di mandorle rivedete qui


lunedì 27 febbraio 2012

NON SOLO MEDITERRANEO MA ANCHE VEGANO

Foto da Google di Nick Stellino
Spaghetti, aglio, olio, peperoncino e... pane grattugiato!

Ero ancora a Parma dove, come ben si sa in tutto il mondo, il Parmigiano è per antonomasia la squisitezza inconfondibile che conosciamo tutti.
Avevo assistito ad una conferenza sulla tutela del Parmigiano (non ricordo quale ente l’aveva patrocinata, ne vedo tante che mi confondo facilmente).
Era un discorso prettamente economico in cui si mettevano in evidenza le frodi alimentari che ledendo il nome dei prodotti tipici italiani ledono anche l’economia italiana.
Avevano posto l’accento sulla invasione del mercato mondiale, soprattutto americano, da parte del “Parmesan” che tranne l’assonanza del suo nome, di parmigiano non aveva e non ha proprio nulla.
Non solo come curiosità, avevano anche parlato di una nuova etichetta: “il Parmigiano Vegano”, fatto con mandorle tritate e altri elementi ma di formaggio neanche un odore, proprio per una logica fondamentale dei vegani che non mangiano carni e loro derivati.
In quel periodo non avevo un mio blog, né un account, lasciavo dei commenti che firmavo come Ms Reveries nei blog dei miei amici.
Nel blog del mio amico Happy Cactus c’era un post in cui parlava proprio di questo nuovo “ritrovato merceologico”. Lasciai un commento che ho da poco riletto, così mi sento in dovere di riprendere il suggerimento che avevo scritto e completarlo con questa antichissima ricetta.
È la quotidianietà dei popoli poveri e della nostra gente che nel tempo ha arricchito con ingredienti genuini e molto salutari.
È un pezzo della nostra storia, lo dicono l’olio e l’aglio, il prezzemolo e il pane tostato e grattugiato, il peperoncino e anche le alici sotto sale per le genti delle coste. Si intende che in origine era pasta fatta a mano e che di recente è stata sostituita dagli spaghetti.
È una ricetta molto veloce, vi consiglio di procurarvi del prezzemolo freschissimo e del peperoncino anche fresco se vi è possibile e naturalmente i vegani non metteranno le acciughe.
Di grattugiare del pane secco, non comprate quello in confezioni del supermercato, risparmierete e sarà anche più adatto, tostatelo in una padella antiaderente a fuoco moderato, rimescolando e facendo attenzione che non vi si bruci.
(Cari vegani in questo caso sono anch’io come voi, lo preferisco al parmigiano).  
 GLI INGREDIENTI:
500gr di spaghetti
1 spicchio d’aglio
Una buona manciata di prezzemolo tritato
5-6 filetti di acciughe salate sott’olio (questo solo per i non vegani)
1 bel peperoncino spezzato in due
Olio extra vergine d’oliva (senza avarizia)
Abbondante pane grattugiato caldo e appena tostato
Sale q.b.

LA RICETTA:
In una pentola con abbondante acqua salata mettete a cuocere gli spaghetti.
Contemporaneamente in una padella soffriggete l’olio con lo spicchio d’aglio e il peperoncino a fiamma moderata. Quando è imbiondito si toglie l’aglio e se il peperoncino è molto piccante togliete anche questo.
Pochi secondi prima di scolare la pasta mettete nella padella con il soffritto le acciughe e rimescolatele per qualche minuto fino ad ottenere una crema.
Versate gli spaghetti nella padella bollente, abbassate la fiamma e spadellate per pochi minuti, versateci il prezzemolo tritato e un po’ del pane grattugiato.
Rimescolate il tutto ben bene e rimpiattate.
Servite con dell’altro pane grattugiato, servirà a rendere meno evidente l’olio se si è abbondato troppo e a dare un tocco più gustoso al tutto.
….e BUON APPETITO!!!