"rascel

«Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico».
(Renato Rascel)

sabato 17 novembre 2012

IGNORANZA E/O ARROGANZA ?

SICURAMENTE MALEDUCAZIONE !
Solo effetti dannosi: 
-confusione del significato di un messaggio
- divulgazione di sciocche trasgressioni linguistiche che incoraggiano la superficialità e l'arroganza.
Non mi dite anche voi:
We don’t need no education.
We don’t need no thought control.
No dark sarcasm in the classroom.
Teacher, leave those kids alone.

Hey! Teachers! Leave them alone!



Tutte le volte che la nostra impreparazione si ritrova a dover fronteggiare nuovi eventi e gli inevitabili  mutamenti che fanno parte del progresso, banalmente diciamo "...e sì, i tempi cambiano". Questo lo accetto volentieri, ma solo quando si tratta di progresso scientifico perchè mi stimola a sapere meglio come funziona il nuovo modo di vedere la vita.
Ora che più che mai l'aggiornamento scientifico è proprio alla portata di tutti: con uno o due click e già ci sei, niente biblioteche aggiornatissime o riviste e pubblicazioni particolarmente specializzate.
Quello che non sopporto però è la facilità con cui si bistratta la lingua italiana che è il nostro patrimonio storico da amare e rispettare.
Divento furibonda quando sento chi con la forza e l'arroganza della presunzione di saperne un po' più degli altri si impone anche con il proprio linguaggio per dare informazioni o esprimere pensieri e opinioni su argomenti specifici e professionali.  
Sentirsi dire dal meteorologo e militare italiano, nel grado di tenente colonnello dell'Aeronautica Militare assegnato al Servizio RAI, che una particolare perturbazione sarà presente al nord della penisola piuttosto che al sud" a dir poco mi destabilizza. Mi sembra non solo autolesionismo, fare la parte del tecnico qualificatissimo che confonde chi lo ascolta e non riesce a far capire se è interessato al fenomeno il nord o il sud  mi sembra assurdo. 
Si dovrebbe ricordare a chi ha l'onere dell'informazione che nell'esprimere concetti tecnici esiste  un rigore linguistico assoluto da rispettare sempre. Nessuno può permettersi il lusso di essere chique a scapito della chiarezza e della semplicità se ha il compito di garantire la migliore divulgazione dei propri concetti derivanti dalla propria qualificata professionalità.
Questo è l'esempio che mi ha particolarmente colpita. Con grande rabbia ho capito che anche la gente comune ama il piuttosto che in un modo sviscerato e lo propina in continuazione.
Se poi lo sentiamo dire, sempre col significato di "e", "anche", o "oppure", nel linguaggio giuridico ed economico anche da personalità di rispetto abbiamo la dimensione del quadro reale della maleducazione linguistica.
Ultimamente ho notato che sta prendendo piede la confusione del significato di un'attività umana nata con l'uomo. Qualcuno in tv ha dimenticato la differenza tra sentire ed ascoltare, e questo mi ha  letteralmente fatto sentire aggredire dalla forza dell'ignoranza. Tutti abbiamo imparato, non solo dalla scuola ma dalla vita, che esiste una bella differenza tra sentire o udire (ci sentiamo anche quando dormiamo altrimenti non ci sveglieremmo al suono dell'odiata sveglia), ma ascoltiamo quello che vogliamo, cioè quando vogliamo farlo.
Cosa ci sarà prossimamente?...
...nell'attesa gustiamoci questa esilarante ed indimenticabile lettera di Totò e Peppino!

martedì 6 novembre 2012

L'AMORE PERDUTO

"Tout passe, tout lasse, tout casse" 
Tutto passa, tutto stanca - sfinisce, tutto si frantuma....
e... rimangono le ferite.
Sì, è sempre così. Certamente finirebbe il mondo se non ci fosse la rassegnazione e la speranza: la vita deve continuare comunque!
Molti sono le storie d'amore narrate o meglio cantate che ci hanno lasciato i Grandi di tutti i tempi. La sensibilità umana ci fa riflettere su quanto i nostri sentimenti siano forti e determinati in noi, ma è consapevole  delle imponderabili variabili della vita che ci portano al cambiamento delle situazioni lasciando un amaro che mano a mano sfuma in ricordo quasi sempre nella speranza.
Forse queste "canzoni" di autori indimenticabili, come la prima è più vicina a noi, è del grandissimo ed indimenticabile Fabrizio De André. La sua consueta profondità sulle riflessioni degli umani sentimenti è facilmente visibile nei versi armoniosi. Trovo sia meglio leggerli attentamente prima di ascoltare la sua affascinante interpretazione.
Le altre sono belle per altri motivi che mi piacerebbe scopriste da soli, vi ho messo il testo e fatto la traduzione per quelle in vernacolo.Sono solo Italiane e qualcuna rappresenta il nostro folcrore.
Amore Che Vieni, Amore Che Vai
(di Fabrizio De André)
Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai

venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai...

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Questa che segue, Fenesta Ca Lucive, è una storia molto triste conosciuta in tutto il mondo, la musica è più struggente delle parole. E' stata presente in tutti i testi di musica e canto per le scuole italiane fino a poco tempo fa. Qui il protagonista non trova altra via per rassegnarsi alla perdita della sua amata se non quella di farle visita al cimitero.
Fenesta Ca Lucive
(di anonimo napoletano)
Finestra che brillavi (trad. Cle Reveries)
Fenesta ca lucive e mo nun luce,
Finestra che brillavi ed oro non brilli
sign'è ca Nénna mia stace malata.

è segno che la mia "Bambina" (Nenna) mia sta malata.
S'affaccia la surella e mme lu dice:

Si affaccia sua sorella e melo dice
"Nennélla toja è morta e s'è atterrata".

"La tua Nennella è morta e l'hanno sotterrata
Chiagneva sempe ca durmeva sola,
piangeva sempre perchè dormiva sempre da sola
mo dorme co' li muorte accompagnata.

adesso dorme accompagnata dai morti.
Mo dorme co' li muorte accompagnata!
Adesso dorme accompagnata dai morti.
Addio fenesta, rèstate 'nzerrata,
Addio finestra rimani chiusa
ca Nénna mia mo nun se pò affacciare.
perchè la mia Nenna non si può più affacciare

Io cchiù nun passarraggio da' 'sta strata,
Io non passerò più da questa strada 

vaco a lo camposanto a passíare.
Vado al cimitero a passeggiare
Zi' parrocchiano mio, tiene 'nce cura,
Oh mio caro custode, abbine cura 

na lampa sempe tienece allummata.
Tieni sempre accesa una lampada
Na lampa sempe tienece allummata!
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Lu Rusciu Te Lu Mare
Anche questa è una conzone popolare molto antica, da poco riscoperta e cantata dai gruppi di recente formazione nella "Notte della Taranta". Parla di un amore impossibile tra un soldato ed una principessa promessa sposa di un altro nobile spagnol
LU RUSCIU TE LU MARE
(di Anonimo Salentino)
Il Mormorio del Mare (trad. Cle Reveries)
Na sera jeu passai pe le padule
Una sera passai per le paludi
E ntisi le ranocchiule cantare,
Esentii le ranocchie cantare
E ntisi le ranocchiule cantare.

Commu cantanu belle a una a una,

Come erano belle mentre cantavano a una a una
Pariane lu rusciu te lu mare,
Sembravano il mormorio del mare.
Pariane lu rusciu te lu mare.

Lu rusciu te lu mare è troppu forte,

Il mormorio del mare è troppo forte
La fija te lu re se dia la morte.
La figlia del re si dà la morte
La fija te lu re se dia la morte.

Iddha se dia la morte e jeu la vita,

Lei si dà la morte e io la vita
La fija te lu re sta se marita,
La figlia del re si sta maritando
La fija te lu re sta se marita,

Iddha sta se marita e jeu me ‘nzuru,

Lei si sta maritando e io mi sposo 
La fija te lu re me tae lu fiuru,
La figlia del re mi dà il fiore
La fija te lu re me tae lu fiuru,

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,
'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.
'Chè io il cuore mio te lo devo dare

Iddha me tae lu fiuru e jeu la palma.

Lei mi dà il fiore ed io la palma
La fija te lu re se vae a la Spagna.
La figlia del re se ne va in spagna
La fija te lu re se vae a la Spagna

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

'Chè io il cuore mio, 'chè io il cuore mio
etc.

Iddha se vae a la Spagna e jeu Nturchia,

Lei se ne va in Spagna ed io in Turchia
La fija te lu re è la zita mia,
La figlia del re è la mia ragazza
La fija te lu re è la zita mia.

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.

E vola vola vola, palomba,vola

E vola vola vola, palomba,vola….
E vola vola vola, palomba,vola
E vola vola vola, palomba,vola….

Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,

Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.
Ca jeu lu core meu, Ca jeu lu core meu,
Ca jeu lu core meu te l’aggiu dare.

E vola vola vola, palomba,vola

E vola vola vola, palomba,vola….
E vola vola vola, palomba,vola
che_luci

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Questa è una chicca del Quartetto Cetra, un vanto per la nostra storia della musica. L'interpretazione è eccezionale, la narrazione è stupenda e la briosità della  musica, rendono più leggera e romantica la triste storia.
Conosciutissima e cantata da tutti negli anni '50, dopo essere presentata ad un famosissimo Festival di San Remo ebbe un successo strepitoso.
Senz'altro è una storia delicata, e molto, molto romantica.
Aveva Un Bavero
(1957, M.Panzeri - V.Ripa, Ed. Tevere)
Nelle sere fredde e scure
presso il fuoco del camino,
quante storie, quante fiabe
raccontava il mio nonnino.

La più bella ch'io ricordo

è la storia di un amore,
di un amore appassionato
che felice non finì.

Ed il cuore di un poeta

a tal punto intenerì
che la storia di quei tempi
mise in musica così:

Aveva un bavero color zafferano

e la marsina color ciclamino,
veniva a piedi da Lodi a Milano
per incontrare la bella Gigogin.

Passeggiando per la via

le cantava "Mio dolce amor,
Gigogin speranza mia
coi tuoi baci mi rubi il cuo"r.
(Parlato)
E la storia continua:
Lui fu mandato soldatino in Piemonte
ed ogni mattina le inviava un fiore
sull'acqua di una roggia
che passava per Milano.
Finchè un giorno:

Lui, saputo che il ritorno

finalmente era vicino,
sopra l'acqua un fior d'arancio
deponeva un bel mattino.

Lei, vedendo e indovinando

la ragione di quel fiore,
per raccoglierlo si spinse
tanto tanto che cascò.

Sopra l'acqua, con quel fiore,

verso il mare se ne andò,
e anche lui, per il dolore,
dal Piemonte non tornò.

Aveva un bavero color zafferano

e la marsina color ciclamino,
veniva a piedi da Lodi a Milano
per incontrare la bella Gigogin.

Lei lo attese nella via

fra le stelle stringendo un fior
e in un sogno di poesia
si trovarono uniti ancor.

(Parlato)

Stretta la foglia larga la via
dite la vostra
che noi abbiamo detto:
Un bavero color zafferamo.
La storia di un amor!

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La povera Cecilia è un canto patriottico dell'unità dìItalia, è cantata molto spesso nei cori alpini.
Anche qui un amore finito, uno strano amore in una vicenda un po' torbida che finisce in tragedia.
LA POVERA CECILIA
La povera Cecilia piange il suo marì,gliel’hanno imprigionato per farglielo morir.
“Oh signor capitano la grazia fate a me!
“La grazia te la faccio, vieni a dormir con me!”
Allora la Cecilia corre alla prigion:
“Marito sei contento s’io vo a dormir con lui?”
“Vai, vai pure Cecilia non star pensar l’onor,
salva la vita mia, levami di prigion.”
A mezzanotte in punto, Cecilia dà un sospir:
“Cosa hai tu Cecilia da non poter dormir?”
“Ho fatto un brutto sogno, ch’è morto mio marì,
se il mio marito è morto, anch’io voglio morir.”
“Dormi, dormi Cecilia, dormi senza un sospir,
che domattina buon’ora il tuo marito è qui.”
Alla mattin buon’ora Cecilia va al balcon,
vede il suo marito col collo a penzolon.
“Addio belli palazzi, addio belle città,
addio visin dorato e chi ti bacerà.”
Laggiù al camposanto fioriscono rose e fior,
è il fior della Cecilia ch’è morta per amor.
La povera Cecilia


mercoledì 31 ottobre 2012

Perchè Haloween e non "Tutti i Santi"?


Halloween (o Hallowe'en) è principalmente celebrata negli Stati Uniti la notte del 31 ottobre ed è un retaggio culturale antichissimo di tradizione celtica ed anglosassone. Ormai la conosciutissima zucca intagliata, Jck-o'-lantern, è il risaputo simbolo della ricorrenza. Da noi, fino a poco tempo fa, veniva confezionata per scherzi nelle feste goliardiche o a carnevale. Era sempre un successo per la sua macabra allegria.
Io preferisco la vecchia maniera, la considero la festa dei Santi o "I Morti".
Non vedo la necessità di seguire e far proprie le tradizioni altrui: "diamo a Cesare quello che è di Cesare".
Mi piace vedere Halloween nei film americani o sui blog dei miei amici di tradizione anglosassone. A tal proposito, se volete, visitate questo di Jina che è del mio stesso parere su questa festa, lei ha solo contribuito al divertimento delle sue bambine mascherandole come loro desideravano.

Comunque più o meno in questo periodo anticamente c'erano festività che si caratterizzavano con la presenza di maschere più o meno macabre.
Tra gli antichi Romani alla'inizio dell'inverno c'era Pomana, la festività dedicata alla dea dei semi e dei frutti , e verso febbraio ce ne era un'altra, Parentalia, dedicata ai defunti.

Nella cultura celtica, (circa duemila anni fa) in cui il capodanno era il 1° novembre e coincideva con l'inizio dell'inverno, col 31 ottobre finiva quindi l'estate, stagione viva e piena di luce. Il tetro inverno agli antichi Celti ricordava moltissimo  la morte. A quella latitudine, costretti al buio per gran parte della giornata era quindi molto facile pensare al dominio degli spiriti sull'uomo e sulla natura, sui raccolti e sulla vita futura nel nuovo anno ed era a proposito Samhain, la festa di fine estate, che cadeva proprio il 31 ottobre.

 Con l'avvento del Cristianesimo nel nord Europa, Papa Gregorio III nel VIII secolo dette una veste cattolica alla festa pagana di Samhain mettendo la  festa di Ognissanti il 1° novembre invece del 13 maggio in precedenza osservata dalla Chiesa, e a perfezionare il tutto la fece seguire dalla Commemorazione dei Defunti. Si veniva a conciliare così una tradizione cristiana con la festa pagana di Samhain, addirittura per togliere ogni alone pagano e allo scopo di sradicarla dalla cultura popolare, la istituì come festa di precetto nell’840.
Halloween, però, ha origini più recenti, risalendo al XVI secolo circa. Il nome deriva dallo scozzese All-Hallows-Even (All Saint Evening), la notte che precede Ognissanti, è intuibile che con la scoperta dell'America abbia assunto la cittadinanza americana a tutti gli effetti.

In Italia ci sono molte feste popolari di inizio d'inverno legate al ricordo dei morti sempre di tradizione remotissima .
Is Animmeddas, Su mortu mortu, Su Peti Cocone, Su Prugadoriu o Is Panixeddas, in Sardegna è molto caratteristica.. 

Ad Orsara di Puglia, un paesino montano della provincia di Foggia, la notte tra l'1 ed il 2 di novembre si celebra l'antichissima notte del "fuc a cost" (fuoco fianco a fianco) con dei falò accesi sull'uscio di ogni casa per far luce ai cari defunti (o anime del purgatorio) ritornati dall'aldilà per visitare gli abitanti del paese.
Il fuoco serve anche a cucinare qualcosa da offrie ai vicini e ai passanti.
Il'1°, in piazza c'è anche la gara delle zucche decorate (le "cocce priatorje" - le teste del purgatorio) tradionale gara che risale alla notte dei tempi.


Scusate la qualità dei video, del secondo  mi sembra in tema solo la prima parte, ma questo passa il convento!


venerdì 19 ottobre 2012

IL FASCINO


Fascino, fascino, fascino....!
Ma cos'è questo fascino?
La risposta l'ho trovata nei versi di questo immortale capolavoro!
Canzone molto coinvolgente e molto ma molto "fascinosa" e romantica.
Ditemi se non è affascinante e coinvolgente anche per la voce e per tutto nell'insieme?.


Fascination 
Songwriters: SHUTZ, HAL / MARCHETTI, FERMO
by Nat King Cole 

It was fascination 
E' stato fascino 
I know
Lo so
And it might have ended
E sarebbe finita
Right then, at the start
Proprio in quel momento, all'inizio 
Just a passing glance
Solo uno sguardo sfuggevole 
Just a brief romance
Solo una breve avventura romantica
And I might have gone
E sarei potuto andarmene 
On my way
Per la mia strada 
Empty hearted
Col vuoto nel cuore 

It was fascination
E' stato fascino 
I know
Lo so 
Seeing you alone
Vedendoti da sola
With the moonlight above
Sotto il chiar di luna 
Then I touched your hand
Così ti ho toccato la mano 
And next moment
E un attimo dopo 
I kissed you
Ti ho baciata
Fascination turned to love
Il fascino è diventato amore

It was fascination
E' stato fascino 
I know
Lo so 
Seeing you alone
Vedendoti da sola
With the moonlight above
Sotto il chiar di luna 
Then I touched your hand
Così ti ho toccato la mano 
And next moment
E un attimo dopo 
I kissed you
Ti ho baciata
Fascination turned - to - love
Il fascino è diventato amore


mercoledì 17 ottobre 2012

...e poi è scoppiato il bubbone!

Questo accade quando si nasconde la testa sotto la sabbia!

All'inizio dell'anno, il 17 Gennaio  per la precisione, avevo letto quest'articolo che mi aveva sconvolta. Dava una risposta ai miei perchè sul degrado dei "Tamburi" di Taranto. L'ambiente e tutto il paesaggio da una trentina di anni sembrava peggiorare sempre sempre di più. Ci passo tutte le volte che vado in Basilicata o in Calabria, il che accade due o tre volte l'anno e ho visto ingiallire e poi seccare gli alberi, cipressi forse, piantati nei pressi del cimitero, oltre all'aspetto inospitale di un posto bellissimo prima dell'avvento dell'eco-mostro.
Nel pasarci vicinissimo, ci siamo sempre chiesto se solo noi ci rendevamo conto del disastro ambientale, non era possibile è ovvio!
Era come nella favola del "Re Nudo", veniva minacciato o addirittura punito chi osava dire la verità!
Con un post dal titolo "dire la verità  è scomodo" su "Compagni di Strada", avevo scritto così:

dire la verità  è scomodo 

16 GENNAIO 2012
 I turisti vanno a villeggiare sulle rinomate spiagge del meraviglioso Golfo di Taranto, mangiano anche i prodotti locali e sono compiaciuti delle sue bellezze.
Non tutti sanno, però, quanto l’inquinamento da diossina abbia colpito gli abitanti di Taranto e dintorni.
Se la nostra memoria non è tenuta a ritenere i fatti accaduti lontano da noi, non penso che sia un crimine per chi ci vive ricordarli per amore di sé stesso e degli altri (specialmente i turisti).
Mi sono imbattuta in questo articolo sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ecco cosa è accaduto a chi non si rassegna a dimenticare.
Vi invito a leggerlo: per me è un esempio di negazione del diritto alla libertà dell’informazione e alla rivendicazione della tutela della propria salute e dell’ambiente. 


La Gazzetta del Mezzogiorno.itPuglia
Martedì, 17 Gennaio 2012 11:05

Taranto, «Denunciato
per la protesta
contro l’inquinamento»

TARANTO 
 «Ora denunciateci tutti». Scatena la reazione di diverse decine di cittadini nonchè di un folto gruppo di movimenti ed associazioni il fatto che sia stato denunciato uno dei giovani che martedì scorso, insieme a tanti altri, davanti al Tribunale dove era in corso la prima udienza del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, ha issato uno striscione che metteva in evidenza come sul processo per il delitto di Avetrana si fosse accesa in modo potente l’attenzione dei media, mentre sull’inquinamento che da anni colpisce la città non si registra analoga attenzione.
«Quando un gruppo di giovani decidono di valorizzare la propria città e, senza far uso di bandiere o colori politici, si adoperano per migliorarla, ripulendo ed abbellendo le pubbliche piazze, vengono lodati dall'opinione pubblica ed apprezzati dalle autorità. Ma se un giorno - si legge nel documento di protesta - decidono di manifestare pacificamente usando uno striscione per portare alla luce una questione macroscopicamente ingiusta e dolorosa ecco che vengono denunciati. La motivazione? I coraggiosi ragazzi hanno inscenato una pacifica dimostrazione, durata pochi minuti, dinanzi al Tribunale dove da tempo si celebra il processo per la morte della povera Sarah Scazzi, divenuto fenomeno mediatico che suscita tanto scalpore per la curiosità morbosa del pubblico e la folta audience. Intervenuti a frotte, i media si sono trovati di fronte un gruppo di giovani e uno striscione con queste parole: “Su Sarah avete speculato ma del nostro inquinamento non avete mai parlato”». «Poche riprese rapide - si legge nel documento - ed il silenzio è calato nuovamente ma la protesta non è passata inosservata. No, perché uno di questi giovani è stato denunciato, quasi fosse un attentatore alla quiete pubblica».
Ma, si chiedono i firmatati dell’esposto, «è giusto che portatori di verità vengano denunciati come comuni malfattori? O sono solo detentori di una realtà che viene tenuta forzosamente nascosta sotto il tappeto? I risultati dell'inquinamento a Taranto devono rimanere un segreto di cui sono a conoscenza ben pochi: i cittadini di Taranto, i miticoltori, gli allevatori, i malati ed i tanti morti di tumore». «Esprimiamo piena solidarietà ai giovani - prosegue il documento - che, con vero spirito di sacrificio, si fanno portatori di una verità dolorosa, del senso di disagio e di lutto che la cittadinanza sopporta da decenni, nel silenzio delle autorità, della Regione e della Nazione, avvezze ad usare ben altro trattamento di acquiescenza verso i responsabili dell' inquinamento».
Tra i gruppi che aderiscono ci sono: 1000 per Taranto, Altamarea Taranto, Ascolto Aiuto, circolo Arci Pepper, Creativa Mente, Federazione provinciale Verdi, gruppo Mcs Puglia, Joe Black Production, Taranto lider, Taranto Pulita, Vivi Taranto e Wwf Taranto.
16 GENNAIO 2012